“Con questo Piano che presentiamo oggi insieme al ministro Di Maio e al Sottosegretario Crippa, puntiamo alla tutela dell'ambiente ma anche della produzione e dei posti di lavoro”. Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha annunciato, nel corso della conferenza stampa al Ministero dello Sviluppo Economico, l’avvio della consultazione pubblica del piano energia e clima al 2030, attiva da ieri mattina alle 11 sul sito internet del Mise.
“Quella che stiamo attraversando adesso è una fase di transizione, e la transizione è sempre caratterizzata da fragilità – ha continuato il ministro – una fase di passaggio verso le energie pulite che comunque è positiva, non solo per l'ambiente. Sappiamo bene, infatti, che per ogni miliardo speso in fonti fossili - ha ricordato Costa - si producono circa 5mila posti di lavoro, mentre per ogni miliardo speso nelle rinnovabili se ne ottengono 15mila. Certo, si deve comunque mettere in campo una transizione equilibrata che ci dia tempo di organizzare le nuove produzioni e porti ad un aumento dei posti di lavoro”.
“Per fare ciò abbiamo pensato al monitoraggio sugli effetti del Piano ed ogni due anni faremo un tagliando per verificare che ci sia equilibrio e che i risultati siano quelli che vogliamo. Abbiamo avviato un percorso - ha concluso Costa - che è partito con il piede giusto, rispettando le scadenze per la presentazione in Commissione Europea e dimostrando serietà e consapevolezza. Adesso abbiamo a disposizione tutto il 2019 per la Valutazione ambientale strategica".
Partecipa alla consultazione: https://energiaclima2030.mise.gov.it/
L'Intervento del Ministro Di Maio
"Buon pomeriggio,
sono felice di presentare, insieme al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e al sottosegretario Davide Crippa, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030, uno strumento fondamentale che segna l’inizio di un importante cambiamento nella politica energetica e ambientale del nostro Paese verso la decarbonizzazione.
In questo Piano sono stabiliti i passi che dovremo compiere nei prossimi anni per raggiungere e superare gli obiettivi fissati dall’Unione europea sull’efficienza e la sicurezza energetica, sull’utilizzo di fonti rinnovabili in tema di mercato unico dell’energia e competitività.
Il cittadino viene finalmente messo al centro di questa transizione energetica, diventando egli stesso parte attiva del processo di produzione. Si tratta di una rivoluzione amica dell’ambiente che viene realizzata attraverso scelte innovative ed eco-compatibili.
Destinatari e artefici di questa nuova politica sono quindi i cittadini e le imprese, che insieme a tutti gli stakeholder del settore potranno, a partire da oggi, inviare le loro proposte attraverso il portale per la consultazione pubblica che diventa anche uno strumento di dialogo (energiaclima2030.mise.gov.it).
Quando penso al futuro immagino una società più vivibile e a misura d’uomo, alleata del benessere economico e della salute dei suoi abitanti, una società i cui benefici sono correlati all’ambiente secondo un’ottica di economia circolare.
Possiamo e dobbiamo, pertanto, considerare le energie pulite come alleate per una riconversione industriale ecologica del nostro Paese che non si può più rinviare, attraverso un fattore che tutte le piu? avanzate ricerche indicano come competitivo per le imprese: la sostenibilità ambientale.
Per questo motivo puntiamo ad abbattere la dipendenza dalle fonti fossili di energia e la conseguente importazione dall’estero, sostituendola con la produzione interna di energia rinnovabile.
Il Piano si struttura in 5 linee d’intervento, che si svilupperanno in maniera integrata: dalla decarbonizzazione all’efficienza e sicurezza energetica, passando attraverso lo sviluppo del mercato interno dell’energia, della ricerca, dell’innovazione e della competitività.
L’obiettivo è quello di realizzare una nuova politica energetica che assicuri la piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica del territorio nazionale e accompagni tale transizione.
Vi voglio fornire qualche dato contenuto in questo Piano molto ambizioso:
- Il Piano consentirà all’Italia di ridurre entro il 2030 le proprie emissioni nel settore della grande industria e della produzione elettrica del 56%, rispetto al 2005, a fronte di un obiettivo europeo del 43%. Mentre negli altri settori, quali i trasporti terrestri, il civile e l’agricoltura, al realizzarsi dei benefici attesi dall’attuazione delle politiche e misure individuate, si supererà l’obiettivo del -33% fissato dall’Unione Europea, raggiungendo circa il -35% entro il 2030;
- Altro grande obiettivo sarà perseguire una copertura dei consumi finali lordi di energia da fonti rinnovabili del 30% rispetto all’attuale 18%.
Come ho gia? avuto modo di dire, è arrivato il momento di uscire da una mentalità retrograda, che e? diventata la scusa perfetta per mantenere in piedi un sistema economico che avvantaggiava solo pochi, una mentalità che ci ha imposto una convinzione assurda: essere costretti a scegliere tra l’ambiente, e quindi la nostra salute e quella dei nostri figli, e il lavoro, cioè il sostentamento nostro e della nostra famiglia. Quello era un modello fallimentare che noi vogliamo superare! Un modello in cui vincevano pochi, ma i danni li subivamo tutti: danni alla salute, ai territori in cui siamo nati, all’aria che respiriamo, all’acqua che beviamo, ai prodotti della terra di cui ci nutriamo. Qui il cambiamento culturale che dobbiamo fare è comprendere che sull’ambiente o vinciamo tutti, o perdiamo tutti.
La mobilitazione generale dello scorso venerdì dimostra che questa sensibilità è globale e che la sfida del nostro futuro passa necessariamente da lì. Noi ne condividiamo lo spirito e intendiamo perseguirne gli obiettivi anche attraverso le misure presenti nel Piano per l’Energia e il Clima.
Le conseguenze delle variazioni climatiche sono sotto gli occhi di tutti, non possiamo più negarle. Siamo quindi tutti responsabili, in particolare, della direzione anche culturale che vogliamo intraprendere per ribaltare questa situazione. L’ambiente verrà preservato solo se troveremo il modo di conciliare sviluppo industriale con scelte ecologiche, ed è esattamente questo l’obiettivo che si prefigge il Piano Nazionale per l’Energia e il Clima".
CNA: “IL PIANO NAZIONALE È A LUCI E OMBRE”. “E’ a luci e ombre il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima 2030 presentato oggi pomeriggio al dicastero dello Sviluppo economico dai ministri Luigi Di Maio e Sergio Costa. È una scelta sicuramente positiva la decarbonizzazione come pure l'obiettivo fissato al 2030 di incrementare del 40% l'efficienza energetica e del 30% l'utilizzo di fonti rinnovabili.
Spicca, invece, la mancanza di un approccio organico al tema dell'energia. È una delle criticità più evidenti del piano. Devono essere pienamente coinvolti con le rispettive esigenze, con le rispettive responsabilità, tutti i livelli di governo: centrale, regionale e locale. Solo così gli interventi potranno tradursi in azioni concrete e tangibili per i cittadini e per le imprese.
Molta attenzione va messa sulla riqualificazione energetica degli edifici. Gli elementi chiave per il successo saranno l'aumento delle risorse e la certezza, anno per anno, degli stanziamenti. L'auto produzione di energia elettrica va sicuramente incrementata, e sostenuta da incentivi mirati, consistenti e certi nel tempo, unica strada per consentire ad artigiani e piccole imprese di abbattere il costo della bolletta e all'Italia di ridurre i costi energetici complessivi.
Infine, i trasporti. Abbiamo un parco autoveicoli fra i più anziani d'Europa, segnato da una forte produzione di emissioni. Per renderlo più moderno e con meno emissioni vanno progettate e realizzate misure di accompagnamento adeguate e sostegni economici su scala molto vasta”. Lo si legge in un comunicato stampa della CNA.