“C'è molto da fare, specie nel settore che ha patito più la crisi, l'edilizia. Anche in aprile la produzione industriale nel settore costruzioni ha segnato un dato negativo (-0,3%). Ripartono i consumi, cresce il Pil, aumentano i posti di lavoro. Ma se non riparte l'edilizia, la situazione occupazionale non tornerà mai quella di prima”.
Lo ha detto qualche giorno fa (il 20 giugno, per l'esattezza) il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel fare il punto su alcune delle prossime sfide che attendono il Governo.
“Dobbiamo sbloccare le opere pubbliche ferme (segnatevi la data del 25 giugno, al mattino, Palazzo Chigi), semplificare le procedure amministrative (bene il codice degli appalti passato in prima lettura al Senato giovedì, adesso stringiamo sulla riforma della pubblica amministrazione alla Camera), agevolare gli investimenti pubblici e privati. Da una prima analisi, vediamo come almeno un punto percentuale di Pil (circa 17 miliardi di euro) sia bloccato da ritardi e procedure complicate”, ha detto Renzi, che ha annunciato un piano per sbloccare opere pubbliche – per un valore di 17 miliardi – rimaste impantanate nelle maglie della burocrazia, istituendo una cabina di regia ad hoc.
I PROVVEDIMENTI FORSE OGGI IN CONSIGLIO DEI MINISTRI. Come anticipato dal premier, ieri avrebbe dovuto tenersi a Palazzo Chigi una conferenza stampa per illustrare il piano: nulla di fatto, ma novità potrebbero arrivare al Consiglio dei ministri convocato questa sera. Oltre al piano sblocca-cantieri con cabina di regia, il CdM di oggi potrebbe presentare anche delle norme sulla scelta dei commissari di gara in base a un elenco gestito dall'Autorità anticorruzione, e sulla scelta del direttore dei lavori da parte della stazione appaltante e non più da parte del general contractor.
“Se sbloccassimo, come intendiamo fare, i cantieri fermi per intoppi, ritardi, problemi, ricorsi, avremmo oltre l'1% in più di Pil e oltre 17 miliardi di euro rimessi nell'economia”, ha dichiarato Renzi nei giorni scorsi.
LA MAPPA DELL'ANCE DELLE OPERE SUBITO CANTIERABILI. Pare che il premier si sia “ispirato” alla mappa delle opere subito cantierabili presentata dall'Ance al Governo nell'aprile scorso (LEGGI TUTTO): si tratta di 5.300 cantieri su tutto il territorio nazionale, in grado di produrre 165 mila posti di lavoro, in attesa di finanziamenti o bloccati dal patto di stabilità interno. Consistono in opere contro il dissesto idrogeologico, per mettere in sicurezza le scuole a rischio e per migliorare la vivibilità delle nostre città.
L'Ance chiede che le opere entrino in un decreto legge che contenga uno stralcio di riforma degli appalti in sette punti. Nel provvedimento che dovrebbe recepire il piano dei cantieri si chiedono interventi per garantire più certezza e responsabilità nell’esecuzione dei lavori. Tra le richieste, l’eliminazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa (maxi ribasso) per i piccoli appalti (sotto i 2,5 milioni) e la sua limitazione, fino a 5 milioni, ai soli lavori complessi, la determinazione della soglia di anomalia per sorteggio solo dopo la presentazione dell’offerta; più controlli e responsabilità attraverso il ritorno alla figura dell’ingegnere capo.