Momento di grande difficoltà per l’edilizia in Piemonte; sono circa 25 mila cantieri fermi a rischio chiusura e 35 posti di lavoro in bilico, come riporta La Stampa questa mattina nell’articolo di Claudia Luise.
Cantieri fermi nel Piemonte
Il fermo dei cantieri è dovuto allo stop della cessione del credito, così come ha ricordato qualche settimana fa la Presidente Ance, Federica Brancaccio, durante l’Assemblea Annuale: “Il superbonus, al di là dei proclami e dei fanatismi delle opposte fazioni, andrebbe finalmente analizzato con lucidità e buon senso per recuperare gli elementi che hanno funzionato davvero e che possono ancora funzionare in futuro […] Ripartiamo quindi da un nuovo modello di incentivi fiscali efficaci e sostenibili con un orizzonte di lungo periodo e la giusta dose di risorse pubbliche che vanno previste già nella prossima legge di bilancio”.
I dati ENEA riferiti alla regione Piemonte riportano l’82,8% dei lavori realizzati (5,7 miliardi di cui 4,6 miliardi per i lavori di superbonus). Percentuale pressoché uguale ai mesi precedenti che indica una sostanziale immobilità del mercato. 25 mila i cantieri fermi nella regione. Questo blocco ha avuto un impatto significativo sui lavoratori del settore edile, con 35 mila posti di lavoro in bilico. Molte aziende (10%) si trovano ad affrontare gravi difficoltà finanziarie a causa della mancanza di liquidità derivante dall'impossibilità di incassare i crediti legati ai cantieri sospesi.
L’impatto sulle famiglie piemontesi
Mercoledì scorso le associazioni “Esodati del Superbonus” e “Basta Crediti Incagliati” sono stati accolti in audizione all’interno del Consiglio Regionale piemontese (già ricevuti a inizio mese di giugno presso Palazzo Chigi): “Oltre ai cantieri bloccati, ci sono centomila famiglie indebitate, 3 mila imprese con crediti senza possibilità di cederli, 12.000 professionisti senza stipendi e sono a rischio 25 mila posti di lavoro diretti a cui se ne aggiungono 10 mila indiretti e la sopravvivenza di medie e piccole imprese edili che chiedono di monetizzare al più presto la cessione dei crediti per avere la liquidità necessaria per proseguire e non andare incontro al fallimento per crediti”.
Le richieste delle Associazioni sono chiare: censimento dei cantieri in difficoltà, incontro tra aziende e istituti bancati, come dichiarato da Valter Marin, Presidente della Commissione: “Basterebbe che le principali 30 aziende piemontesi acquistassero crediti per il 4% delle tasse da loro pagate ogni anno per risolvere il problema dei crediti incagliati nella nostra regione […] Si può mettere in atto una moral suasion per aprire un tavolo con le banche, i certificatori e le grandi imprese piemontesi”.