Dopo “Fabbrica intelligente” (avviata nel 2015) e “Salute e benessere” (lanciata lo scorso anno), la Regione Piemonte fa partire una nuova piattaforma tecnologica sul tema della “Bioeconomia” e si impegna a finanziare i relativi progetti con un contributo di 40 milioni di euro.
La nuova piattaforma riunisce i settori della chimica verde/cleantech e dell’agroalimentare. In tali ambiti una delle sfide più attuali è costituita dal rafforzamento della ricerca e dell’innovazione volte allo sviluppo di tecnologie non solo nei rispettivi comparti, ma come risultato della loro simbiosi, che consenta la creazione di ecosistemi produttivi circolari. La bioeconomia si propone quindi di favorire la transizione verso un sistema economico più sostenibile e a minor impatto ambientale, che rigeneri gli ecosistemi naturali anziché impattarli e maggiormente efficiente dal punto di vista delle risorse nel più ampio contesto di sviluppo dell’economia circolare.
In Italia, in virtù della disponibilità delle risorse naturali presenti sul territorio, la dimensione regionale appare determinante per implementare modelli di sviluppo ad hoc nell’ottica della bioeconomia per le varie aree del Paese, valorizzandone le tipicità e le caratteristiche qualitative, puntando alla sostenibilità ambientale ed economica. L'Assessore alle attività produttive sottolinea a tal proposito che il Piemonte ha condiviso con le altre regioni la strategia generale di posizionamento sul settore e che questa piattaforma rappresenta la misura concreta per darne attuazione.
Lo strumento della piattaforma tecnologica è già collaudata da diverso tempo in Piemonte nell’ambito della politica di sviluppo regionale: si tratta di sostenere le iniziative di partenariati che si costituiscono ad hoc riunendo grandi e piccole imprese insieme ai centri di ricerca pubblici e privati. La piattaforma rappresenta quindi l’ideale forma di coordinamento e di raccordo tra i diversi attori - imprese, istituzioni, Università - che operano su scala regionale in uno specifico settore di innovazione attorno ad una visione strategica comune, con il fine di garantire un trasferimento tecnologico più immediato.
Gli interventi finanziabili, presentati dal raggruppamenti che abbiano come minimo il 30 per cento di “presenza” di piccole e medie imprese, dovranno riguardare la ricerca industriale o lo sviluppo sperimentale. Per ogni singola proposta progettuale le imprese del partenariato, assumono l’impegno ad attivare un numero minimo di assunzioni in alto apprendistato che varia tra 10 e 20, in rapporto alla fascia di investimento prevista.
La piattaforma sulla bioeconomia è destinata alle imprese industriali e di trasformazione agroalimentare, ma auspica la partecipazione di imprese del settore agricolo e primario, che potranno avvalersi delle opportunità offerte dal Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, attraverso una misura di prossima emanazione che ha in programma una esplicita premialità per i soggetti che cooperano nell’ambito dei progetti finanziati dalla piattaforma bioeconomia del Fesr.
Per l’assessore all’agricoltura si tratta di una occasione in più per promuovere produzioni sempre più attente all’impatto ambientale.