Piove da
qualche giorno e un certo beneficio si avverte per coltivazioni e foreste ma
questo non deve trarre a precipitose e facili conclusioni: la siccità non è ancora finita. A spiegarlo è Ramona Magno, ricercatrice dell’Istituto per la BioEconomia
del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e coordinatrice scientifica
dell’Osservatorio Siccità: “è probabile che fino a quest’autunno ci sarà ancora
un deficit d’acqua, finché le riserve idriche non cominceranno a tornare alla
normalità il problema rimarrà”.
Le riserve idriche non sono infatti solo i laghi, ma anche le falde sotterranee e in
generale la quantità d’acqua presente nel suolo. Perché queste tornino a
riempirsi dopo una siccità prolungata servono precipitazioni nella media o
abbondanti per un lungo periodo. Le piogge dell’ultimo periodo hanno
sicuramente aumentato l’umidità del suolo, ma possono aver rimpinguato solo le
riserve idriche più superficiali.
Stando al bollettino
dell’Osservatorio Siccità di aprile la situazione di molti grandi laghi
non è più preoccupante: il lago di Garda, è ora pieno per il 48,6% ma l’aumento
della portata del Po si è esaurito in fretta e i livelli d’acqua sono tornati
inferiori alla media di questo periodo dell’anno.
Indice pluviometrico
Per comprendere appieno il fenomeno siccità spiega Ramona Magno, che cura il bollettino, occorre osservare le mappe basate sull’indice pluviometrico SPI (Standardized Precipitation Index), un valore che viene usato per rilevare le siccità meteorologiche, cioè quelle riduzioni delle precipitazioni al di sotto della media climatologica (almeno 30 anni) per un certo periodo in una determinata area. Ebbene, se si prende in esame la mappa con l’SPI del solo mese di aprile 2023 vengono segnalale condizioni di siccità moderata e in poche zone. Ma se si guarda la mappa che invece mostra l’SPI calcolato tra il maggio del 2022 e il mese scorso, è evidente che la siccità non può considerarsi finita.
La variabile temperature
L’altra
variabile importante che entra in gioco sono poi le temperature, in particolare
quelle alte che aumentano l’evaporazione dal suolo e la traspirazione delle
piante, aggravando la carenza d’acqua. E da questo punto di vista le previsioni
dei centri meteorologici europei dicono che da giugno ad agosto le temperature
saranno probabilmente sopra la media in tutta l’Europa.
Infine un altro dato positivo contenuto nel bollettino è la produzione di energia idroelettrica che nel mese di aprile è stata maggiore sia rispetto all’aprile del 2022 che a quello del 2021.