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Sì, piove, ma la crisi idrica non è finita

Il bollettino dell’Osservatorio Siccità di aprile segnala alcuni miglioramenti ma il periodo di siccità non può considerarsi finito perché le riserve idriche non sono ancora tornate alla normalità

venerdì 12 maggio 2023 - Franco Metta

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Piove da qualche giorno e un certo beneficio si avverte per coltivazioni e foreste ma questo non deve trarre a precipitose e facili conclusioni: la siccità non è ancora finita. A spiegarlo è Ramona Magno, ricercatrice dell’Istituto per la BioEconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e coordinatrice scientifica dell’Osservatorio Siccità: “è probabile che fino a quest’autunno ci sarà ancora un deficit d’acqua, finché le riserve idriche non cominceranno a tornare alla normalità il problema rimarrà”.

Le riserve idriche non sono infatti solo i laghi, ma anche le falde sotterranee e in generale la quantità d’acqua presente nel suolo. Perché queste tornino a riempirsi dopo una siccità prolungata servono precipitazioni nella media o abbondanti per un lungo periodo. Le piogge dell’ultimo periodo hanno sicuramente aumentato l’umidità del suolo, ma possono aver rimpinguato solo le riserve idriche più superficiali.

Stando al bollettino dell’Osservatorio Siccità di aprile la situazione di molti grandi laghi non è più preoccupante: il lago di Garda, è ora pieno per il 48,6% ma l’aumento della portata del Po si è esaurito in fretta e i livelli d’acqua sono tornati inferiori alla media di questo periodo dell’anno.

Indice pluviometrico

Per comprendere appieno il fenomeno siccità spiega Ramona Magno, che cura il bollettino, occorre osservare le mappe basate sull’indice pluviometrico SPI (Standardized Precipitation Index), un valore che viene usato per rilevare le siccità meteorologiche, cioè quelle riduzioni delle precipitazioni al di sotto della media climatologica (almeno 30 anni) per un certo periodo in una determinata area. Ebbene, se si prende in esame la mappa con l’SPI del solo mese di aprile 2023 vengono segnalale condizioni di siccità moderata e in poche zone. Ma se si guarda la mappa che invece mostra l’SPI calcolato tra il maggio del 2022 e il mese scorso, è evidente che la siccità non può considerarsi finita.

La variabile temperature

L’altra variabile importante che entra in gioco sono poi le temperature, in particolare quelle alte che aumentano l’evaporazione dal suolo e la traspirazione delle piante, aggravando la carenza d’acqua. E da questo punto di vista le previsioni dei centri meteorologici europei dicono che da giugno ad agosto le temperature saranno probabilmente sopra la media in tutta l’Europa.

Infine un altro dato positivo contenuto nel bollettino è la produzione di energia idroelettrica che nel mese di aprile è stata maggiore sia rispetto all’aprile del 2022 che a quello del 2021.

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