L'Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili) ha pubblicato un dossier su quanto è stato speso del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
La Corte dei Conti nella Relazione sullo stato di attuazione del PNRR, di marzo scorso, ha fornito una stima del livello di spesa raggiunta dal piano europeo, confermano la distanza tra la spesa realizzata e quanto preventivato, già emersa nella NADEF 2022.
La stima fornita dai magistrati contabili, integrando i dati, ancora parziali, di Regis con alcune stime formulate sui conti di tesoreria, quantifica in 23,3 miliardi la spesa realizzata tra il 2020 e il 2022, pari al 12% dei 191,5 miliardi di fondi europei messi a disposizione nell’ambito del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza. Tale percentuale scende al 6%, se si escludono i crediti di imposta automatici (Transizione 4.0, Formazione 4.0 e Superbonus 110%).
Considerando le linee di intervento di interesse per il settore delle costruzioni, emerge che il 78% della spesa già fatta del PNRR riguarda investimenti in costruzioni e che la spesa dei cantieri risulta più veloce di quella degli altri investimenti del Piano. La velocità è sostanzialmente doppia rispetto alle altre misure: 17% di spesa delle costruzioni, contro l’8% delle altre misure. La distanza risulta ancora più accentuata se si escludono i crediti di imposta: 9% di spesa delle costruzioni, contro il 2% delle altre misure.
Inoltre, se si considera anche l’avanzamento delle opere del Fondo Complementare, al netto del Superbonus, risulta speso il 10,4% delle risorse che il PNRR destina al settore delle costruzioni. La stessa percentuale sale al 16%, se si considerano i 7,5 miliardi che la Corte dei Conti stima prudenzialmente come spesa connessa al Superbonus, e al 26% se si considerano tutti i 18,5 mld che il PNRR destina all’incentivo fiscale.