di Franco Metta
Un intero secolo per raggiungere i target sul fotovoltaico e 24 anni per quelli sull'eolico: questi i tempi che occorrerebbero al ritmo attuale di rilascio dei titoli autorizzativi per la costruzione e l’esercizio di impianti rinnovabili . È facile intuire che se non si interviene subito il PNRR non può che fallire.
Ne è pienamente consapevole il governo che, in tema di semplificazioni, ha deciso nel brevissimo termine di costituire una Commissione speciale composta da 40 membri, tutti appartenenti alla pubblica amministrazione, e con una pregressa esperienza nel campo della Via (Valutazione di impatto ambientale). La commissione, che lavorerà a tempo pieno, nasce sulla falsariga di quanto previsto dal Piano nazionale d'energia e del clima (decreto Semplificazioni 1, art. 76).
Già questo primo intervento dovrebbe assicurare tempi più veloci per la conclusione degli interventi, cercando di adattarli agli standard europei. A fare da pungolo per l’amministrazione pubblica dovrebbe esserci la norma che prevede che il proponente sia rimborsato per il 50% del contributo pagato per avviare il procedimento di VIA, qualora non siano rispettati i tempi previsti per l’emissione del parere, con rimborso automatico. Per esempio i tempi della fase di consultazione preliminare dovrebbero passare dai 60 attuali a 30 giorni.
La roadmap prevede inoltre di ampliare l’operatività del “Provvedimento unico in materia ambientale” che dovrebbe sostituire ogni altro atto autorizzatorio ambientale, anche quelli per i progetti di bonifica. Le misure urgenti saranno adottate tramite decreto legge, entro maggio, mentre per gli interventi a regime ci sarà la legge delega. Entro l’anno è quindi prevista la presentazione del Ddl e i decreti attuativi entro la metà del 2022.