Inflazione, tensioni internazionali e caro energia. Non sono stati anni facili quelli post-Covid e non lo sono stati tantomeno per il PNRR. Il piano di ripresa finanziato dall'Europa per far ripartire l'economia dopo l'emergenza sanitaria. I progetti finora finanziati in Italia hanno risentito dell'inflazione per il +10,7% del prezzo medio della produzione di beni e servizi secondo la Corte dei Conti. Inoltre, una relazione della Corte dei Conti sullo stato di attuazione del PNRR aggiornata a ottobre 2023 ha analizzato l’impatto di queste risorse, pari a oltre 8 miliardi di euro, sui vari interventi finanziati dal piano. Tra le aree maggiormente interessate ci sono le infrastrutture ferroviarie, quelle sociali e quelle idriche.
La relazione però non tiene conto delle modifiche al Piano intertenute a novembre 2023 che hanno definanziato alcuni progetti a favore di altri.
Il fondo per le opere indifferibili
In molti casi nel 2023 i bandi sono andati deserti per le condizioni di partenza divenute non più appetibili per le imprese e anche molti cantieri già avviati sono stati a rischio di blocco per le difficoltà incontrate nel coprire i costi e nel reperire le materie prime. Per cercare di arginare l’impatto dell’inflazione sulle procedure di affidamento dei contratti pubblici sono state messe in campo diverse soluzioni già a partire dal 2021.
Tra queste la previsione di meccanismi compensativi, l’aggiornamento dei prezzari e l’obbligo di inserimento nei nuovi bandi di una clausola di revisione prezzi. Infine l’integrazione delle risorse inizialmente assegnate, da realizzare per mezzo di un nuovo fondo istituito ad hoc. Il fondo per l’avvio delle opere indifferibili.
Foi, di cosa si tratta?
Il fondo che non riguarda solo le opere del PNRR ma anche altre opere pubbliche conta un totale di finanziamenti pari a 17,8 miliardi di euro programmati fino al 2027. Di queste risorse però, in base alle informazioni pubblicate dalla ragioneria generale dello stato, ne risulta assegnato solo il 59% circa (10,4 miliardi di euro). All’interno di questa cifra, sono 8,1 miliardi i fondi assegnati a interventi inseriti nel Pnrr.
Al primo posto i fondi per la rete ferroviaria
Le assegnazioni del Foi interessano 11 delle 16 componenti del piano. La maggior parte riguarda l’avvio o il completamento di lavori pubblici (opere e impiantistica). Oltre la metà delle risorse complessive (4,4 miliardi di euro) è destinata a interventi rientranti nella componente M3C1 – investimenti sulla rete ferroviaria. L’82% di queste risorse è dedicata alle linee ferroviarie, il resto invece si distribuisce tra stazioni e terminali e altre infrastrutture. La singola misura che assorbe più risorse Foi (il 44% circa) è quella per l’alta velocità nel meridione.
Ingenti risorse anche per la rigenerazione urbana
La seconda componente che attrae più risorse Foi è la M5C2 – infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore, che impiega il 12% del totale assegnato (967,6 milioni). È interessante notare che buona parte dell’ammontare è destinato a progetti di rigenerazione urbana e piani urbani integrati. Si tratta però di misure che, a seguito dell’approvazione della proposta di revisione del Pnrr, sono state definanziate. Sarà importante capire quindi se questi progetti saranno realizzati ugualmente e con quali finanziamenti. E se anche le risorse del Foi saranno utilizzate per i progetti a cui sono state effettivamente assegnate o se dovranno essere ricollocate.
Importanti anche i progetti di tutela del territorio e risorsa idrica
Per quanto riguarda le altre componenti che assorbono più risorse Foi, al terzo posto troviamo la M2C4 – tutela del territorio e della risorsa idrica (726,5 milioni). Rilevanti anche le assegnazioni a progetti rientranti nella componente M2C2 – energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile con particolare riferimento alle misure sviluppo del trasporto rapido di massa e ciclovie urbane.