Solo il mese scorso, la valutazione della Commissione europea per il pagamento della terza rata del PNRR sembrava in via di completamento. Eppure, nonostante oggi – 1° luglio – entri in vigore il nuovo codice appalti (LEGGI QUI), dei 67 miliardi di euro ricevuto dall'Europa per gli interventi da realizzare per il PNRR, secondo quanto riportato da ANAC su 26 mila stazioni, hanno presentato domanda solo in poco più di 2 mila.
La terza rata
Quando sono stati erogati i fondi? I primi 24,9 miliardi durante l'agosto 2012 come pre-finanziamento; poi è arrivata la prima rata (21 milianti ad aprile 2022), idem poi a dicembre 2022 con importo di egual misura della prima rata.
I ritardi sulla terza rata, che doveva arrivare a febbraio, sono dovuti ai lavori di valutazione della commissione europea: lo stesso è accaduto con il Lussemburgo, la Romania e la Slovacchia. In più, si aggiunga anche la revisione dello stesso PNRR fissato al 31 agosto 2023, accorciando difatti i tempi per la richiesta della quarta rata (16 miliardi), che aveva scadenza 30 giugno 2023.
Cosa sta valutando la commissione europea?
Sono 55 gli obiettivi (di cui 27 i più importanti) che l'Italia avrebbe dovuto raggiungere nel secondo semestre del 2022, ovvero riforma della concorrenza e della giustizia, cyber security, energie rinnovabili, infrastrutture (reti, ferrovie).
L'Italia ha raggiunto solo 10 dei 27 obiettivi principali, i restanti 17 non sono stati ancora completati, tra cui: 6500 stazioni di ricarica per le auto elettriche; i contratti per i nuovi asili nido con un progetto di 4,6 miliardi; le borse di studio per i dottori; ma soprattutto i lavori di ristrutturazione antisismica e riqualificazione energetica degli edifici.
Dunque, i soldi della terza rata ancora in ritardo potrebbero addirittura non arrivare in toto: infatti, quando c'è un raggiungimento parziale degli obiettivi, la commissione può effettuare un pagamento parziale. Si pensa, quindi a una riformulazione del PNRR come espresso dal ministro Raffaele Fitto al festival del lavoro: "L'Italia oggi sui temi fondamentali a partire dalla revisione del quadro finanziario pluriennale non ha aspettato di sentire la Commissione. Ha presentato un proprio documento di posizionamento che è stato già recepito in parte dalla Commissione. Abbiamo bisogno di seguire le regole di carattere generale e altrettanto bisogno di tutelare gli interessi fondamentale di un grande paese come l'Italia. Nei prossimi giorni sulle proposte di modifica del Pnrr e sulla programmazione 21-27 della coesione, il governo porterà all'attenzione del sistema Paese obiettivi chiari e un percorso che punterà alla soluzione di problemi annosi su cui è necessario invertire la tendenza".