È tempo di fare il punto della situazione sui vari piani nazionali di ripresa e resilienza. Sono passati due anni e mezzo dalla loro fine e, ora come ora, è ora di vedere a che punto è la transizione ecologica. La nostra analisi parte con l'effettuare una fotografia dei vari ambiti di investimento, delle risorse che sono state allocate e degli interventi che in questo momento sono stati completati.
Uno studio accurato dello stato di avanzamento dei lavori connessi al Pnrr è stato effettuato da Openpolis insieme ad alcuni partner dello European data journalism network.
La transizione ecologica e il Pnrr
Nel 2026 si concluderà definitivamente l’attuazione del dispositivo di ripresa e resilienza. Introdotto nel 2021 dall’Unione europea, il programma ha permesso ai vari Stati membri di accedere ai fondi del Next generation Ue. L’obiettivo del Pnrr era preciso e ben delineato: promuovere la ripresa economica dell’Europa dopo le ferite inferte dalla pandemia. Tra gli obiettivi primari che sono stati posti vi è anche la transizione ecologica.
I singoli paesi europei hanno un proprio piano nazionale di ripresa e resilienza. Sono state stabilite delle risorse, delle misure e delle scadenze che devono essere rispettate a livello nazionale. Gli ambiti sui quali, a livello nazionale, è necessario intervenire sono numerosi e toccano, tra le altre cose, i seguenti settori:
- lavoro;
- istruzione;
- sanità;
- infrastrutture.
I singoli stati sono liberi di scegliere dove investire i fondi. Ma devono rispettare dei criteri ben precisi, che devono essere seguiti passo a passo per poter accedere ai fondi. Sicuramente uno dei settori più importanti a cui devono prestare attenzione è l’ambiente e la transizione ecologica.
Giusto per avere idea di quanto sia importante questo argomento, basti pensare che il 37% delle risorse deve essere dedicate a delle misure atte a promuovere la transizione ecologica.
Siamo davanti ad una decisione che, sostanzialmente, è in linea con le politiche e gli obiettivi che sono stati messi in campo nel corso degli ultimi anni. Un esempio su tutti è costituito dal Green Deal Europeo.
Per fornire un ulteriore supporto alla transizione ecologica e per rispondere alla crisi energetica innescata dalla guerra tra l’Ucraina e la Russia, l’Unione europea ha inoltre introdotto - nel corso del 2022, per esempio, è arrivato il RepowerEu - degli ulteriori interventi che ogni singolo paese può decidere di inserire all’interno del proprio Pnrr e che servono a spingere ulteriormente lo sviluppo energetico dell’Europa.
Pnrr, quali differenze ci sono tra i vari stati membri
Inutile negarlo. Gli obiettivi e le risorse che ha messo in campo l’Unione europea hanno una rilevanza diversa a seconda del paese membro. In alcuni casi il Pnrr è un'occasione unica attraverso la quale perseguire lo sviluppo economico e sociale del paese. In questa situazione si trovano principalmente i paesi dell’est e del sud Europa, ai quali sono arrivate le percentuali più elevate dei fondi del Pnrr in rapporto ai rispettivi Pil. La Grecia, ad esempio, ha racimolato il 19,7% delle risorse rapportate al Pil nazionale del 2023: stiamo parlando della quota più alta. Le quote più consistenti si registrano inoltre in:
- Croazia;
- Spagna;
- Romania;
- Italia;
- Portogallo;
- Polonia;
- Bulgaria;
- Lituania;
- Ungheria;
- Slovacchia.
Stiamo parlando di Paesi che sono storicamente svantaggiati, almeno sotto il profilo socio-economico rispetto a quelli del Nord e del Centro Europa. Paesi che hanno dovuto affrontare la pandemia con qualche difficoltà in più.
Pnrr, dove è intervenuto
La quota del 37% dei fondi Pnrr da dedicare alla transizione ecologica è stata rispettata in tutti gli undici paesi considerati nell'analisi. In alcuni casi è stata ampiamente superata, come è avvenuto in Ungheria, che ha dedicato agli obiettivi climatici il 67% delle risorse del proprio Pnrr. Segue la Bulgaria, che alla transizione verse ha dedicato il 57%. A queste percentuali si avvicinano la Slovacchia e la Polonia, con, rispettivamente, il 48% ed il 47%.
Ma come sono state utilizzate principalmente queste risorse? Cinque paesi - ossia: Grecia, Polonia, Bulgaria, Lituania e Ungheria - hanno dedicato la quota più elevata dei fondi allo sviluppo dell’energia rinnovabile. Quattro paesi - Croazia, Spagna, Portogallo e Slovacchia - all’efficienza energetica e due - Italia e Romania - alla mobilità sostenibile.
Lo stato di avanzamento del Pnrr
Nodo importante da comprendere, a questo punto, è come stiano procedendo in concreto i singoli Pnrr. Per quanto riguarda le misure che hanno a che fare con la transizione ecologica - ma anche sotto il profilo dei relativi invii di risorse da parte dell’Unione europea - le situazioni variano da paese a paese.
Le scadenze relative al Pnrr si dividono in:
- target, ossia degli obiettivi;
- milestone, in altre parole dei traguardi.
Per riuscire a valutare in maniera corretta il raggiungimento dei primi, vengono utilizzati alcuni indicatori qualitativi, come ad esempio il numero di imprese che hanno usufruito di determinati incentivi o quanto sia incrementato il personale all'interno dei tribunali. Per le seconde, invece, si prende in considerazione una componente leggermente più qualitativa e sono connesse, almeno nella maggior parte dei casi, all’approvazione di atti amministrativi o normativi.
A costituire un caso unico rispetto agli altri paesi è l’Ungheria: benché il Pnrr sia stato approvato nella versione originale nel corso del mese di dicembre 2022 e in versione modificata nel novembre 2023, il paese non ha conseguito alcun tipo di scadenza. L’Ungheria è rimasta sostanzialmente al palo per la transizione ecologica e per qualsiasi altro intervento connesso al Pnrr. Ad ogni modo Budapest ha ricevuto alcuni fondi: i 919,6 milioni da utilizzare per il capitolo energetico RepowerEu.
L’Italia è il paese che ha ricevuto più fondi per la transizione ecologica e il RepowerEu: 15 miliardi di euro. Seguono la Polonia e la Spagna, che hanno ricevuto rispettivamento 7 miliardi e 6,6 miliardi.
Soffermandosi unicamente sulle risorse che sono state ricevute per la transizione ecologica, il divario tra l’Italia e gli altri paesi diventa leggermente più ampio. Roma ha ricevuto risorse superiori tre volte tanto rispetto a quelle della sSpagna (15 miliardi Vs 5,2 miliardi). Andando a dare uno sguardo solo ai prefinanziamenti del RepowerEu siamo davanti a questa situazione:
- Polonia: 5 miliardi di euro;
- Spagna: 1,4 miliardi di euro;
- Ungheria: 920 milioni di euro.