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Polimi: in Italia le rinnovabili tornano a crescere, ma servono 60 MLD per obiettivi 2030

Presentato il 4° Renewable Energy Report dell’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano

giovedì 10 maggio 2018 - Redazione Build News

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È stato presentato stamane in un convegno presso il Politecnico di Milano - Campus Bovisa il quarto Renewable Energy Report dell’Energy & Strategy Group.

Dal rapporto emerge che in Italia le rinnovabili tornano a crescere in maniera decisa, con oltre 900 MW di installazioni (+15% sul 2016) soprattutto grazie a fotovoltaico (410 MW) ed eolico (360 MW). E’ il quarto anno consecutivo di crescita e ci si è riavvicinati alla fatidica soglia di 1 GW che potrebbe riportare l’Italia nelle posizioni di testa delle classifiche di nuove installazioni da rinnovabili, segno che nel nostro Paese esiste un significativo mercato in grado di esplicare una domanda autonoma.

PER OBIETTIVI 2030 SERVONO 60 MILIARDI. Tuttavia, da qui al 2030, per centrare gli obiettivi che ci si è dati si dovrà quasi triplicare la potenza installata di fotovoltaico (aggiungendo 36 GW agli attuali impianti) e più che raddoppiare quella eolica (10 GW di potenza aggiuntiva), con investimenti complessivi di circa 60 miliardi di euro.

Un passo talmente ambizioso da rischiare di non essere raggiungibile – commenta Vittorio Chiesa, direttore dell’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, che ha presentato il suo quarto Renewable Energy Report redatto con la collaborazione di numerose aziende partner -. Le installazioni annuali di fotovoltaico ed eolico infatti dovrebbero rispettivamente più che settuplicare e raddoppiare in confronto al 2017. Gli investimenti complessivi in rinnovabili dovrebbero passare dagli 1,6 miliardi di euro del 2017 a circa 4,5 miliardi, già dal 2018.

Gli strumenti per ‘cambiare marcia’ – continua Chiesa – non sono pronti, con il Decreto Rinnovabili bloccato dalle more della formazione del nuovo Governo, che poi certamente apporterà modifiche, e un mercato non ancora in grado di operare senza meccanismi di supporto e garanzia da parte dello Stato. Lo stesso Decreto Rinnovabili ha probabilmente necessità di correttivi, ma soprattutto di una governance forte nella applicazione.

DIVARIO TRA GLI OBIETTIVI 2030 E CIÒ CHE SI PUÒ ATTENDERE IN BASE ALLE PREVISIONI DI CRESCITA. C’è purtroppo un divario non piccolo tra gli obiettivi di produzione da rinnovabili che l’Italia si è posta al 2030 e quello che concretamente ci si può attendere in base alle previsioni di crescita. Il mercato atteso nel triennio 2018-2010 infatti viene stimato tra gli 8 e i 10 GW complessivi, di cui circa il 25% da interventi di revamping/repowering, con un ritardo di quasi 2 GW rispetto allo scenario della Strategia Energetica Nazionale (SEN) di 12-13 GW. E questo nonostante ci si aspetti un salto nelle installazioni annuali di 3.000 MW contro i quasi 900 del 2017, cioè + 330%. Senza la volontà politica e degli operatori del settore di adeguare gli strumenti di supporto non sarà dunque possibile colmare il gap, anche perché l’incertezza legislativa non aiuta.

Al 2020, il fotovoltaico rappresenterà oltre il 55% del totale del nuovo installato, seguito dall’eolico con il 35%, quindi con un ulteriore “sbilanciamento” a favore della fonte solare frutto, probabilmente, anche della competizione diretta prevista dal nuovo Decreto Rinnovabili. Nel complesso per il fotovoltaico pare ragionevole attendersi installazioni nell’ordine dei 4,5 – 5 GW nel triennio, la gran parte in impianti di taglia medio-grande, sopra 1 MW. Nell’eolico invece ci si aspettano installazioni nell’ordine di 1,5 – 2,2 GW: largamente minoritario il ruolo del mini-eolico, mentre saranno i parchi di medie e grandi dimensioni a catturare l’interesse degli investitori. Infine, idroelettrico, geotermico e impianti alimentati da gas provenienti da discariche esaurite giocheranno un ruolo da gregario (non più di 400 MW). (fonte: askanews)

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