Il 2015 è stato un anno importante per l’Internet of Things (IoT) in Italia. A testimoniarlo sono i dati raccolti dall’Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano e presentati lo scorso 15 aprile durante il convegno “Internet of Things: il futuro è già presente!”. Rispetto al 2014, il 2015 ha fatto registrare un incremento del 30% del mercato per un fatturato di circa 2 miliardi di euro. Tra i settori in cresciuta, anche lo Smart City & Smart Environment e lo Smart Home, che hanno registrato un incremento rispettivo del 9 e del 7%.
LA CASA INTELLIGENTE. Il 79% dei consumatori italiani è disposto ad acquistare prodotti per la Smart Home, il 33% in più rispetto all'anno precedente, un chiaro segnale di consapevolezza e interesse per questo settore anche se solo un consumatore su cinque, attualmente, dispone già di almeno un oggetto intelligente nella propria abitazione.
La maggior parte dei consumatori si orienta verso soluzioni consolidate e prediligono funzionalità di risparmio energetico e antintrusione, mentre solo i più informati sperimentano installando in autonomia i prodotti e sono interessati principalmente al comfort e al benessere.
In crescita non solo l’interesse per i prodotti, ma anche per i servizi per la Smart Home (il 72% dei consumatori è intenzionato ad acquistare tali servizi). E grandi player internazionali stanno entrando nel mercato proponendo un proprio hub, a cui sarà possibile agganciare una pluralità di applicazioni e servizi.
Oltre alla tradizionale filiera della domotica, le soluzioni per la Smart Home sono veicolate ai consumatori attraverso retailer tradizionali, produttori e assicurazioni, mente il canale online è ben presidiato con l’89% dei prodotti acquistabile su internet. In questo contesto, gli installatori, progettisti e architetti devono lavorare per mantenere una posizione di rilievo nel mercato, approfondendo la loro conoscenza e competenza nel settore.
L'INTERNET OF THINGS PER LA SMART CITY. Il 60% dei comuni italiani con popolazione superiore a 20.000 abitanti ha avviato almeno un progetto Smart City negli ultimi tre anni e il 75% sta programmando iniziative per il 2016. Ma le città italiane sono ancora lontane dal poter essere definite realmente “smart”. I progetti infatti consistono spesso in piccole sperimentazioni e meno di un comune su tre li ha avviati all’interno di un programma strutturato per migliorare vivibilità, sostenibilità e dinamismo economico.
Tra i servizi più richiesti le applicazioni di gestione della mobilità che principalmente raccolgono informazioni sui flussi di veicoli, ma sono diffuse anche le soluzioni per il trasporto pubblico per informazioni sui tempi di attesa. Aumentano, inoltre, i progetti di Illuminazione intelligente, con una riduzione dei consumi energetici di oltre il 40% e dei costi di manutenzione di circa il 25% per chi li installa.
I progetti per migliorare i servizi turistici, invece, utilizzano soprattutto tag NFC o QR Code e sistemi basati su iBeacon o Eddystone.
Per il futuro cresce inoltre l’interesse verso la raccolta rifiuti, prevalentemente con soluzioni per l’identificazione dei sacchetti per il ritiro porta a porta del rifiuto non riciclabile (tramite tecnologie RFId), con l’obiettivo di favorire la tariffazione puntuale.