Le commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera hanno approvato un emendamento della Lega - definito dalla stampa “norma anti-No ponte” - al disegno di legge Sicurezza che introduce un'aggravante per tutti gli atti di violenza o minaccia finalizzati all'impedimento della realizzazione di infrastrutture strategiche come il Ponte sullo Stretto.
“Troppo spesso la cronaca recente riporta notizia di aggressioni violentissime verso le Forze dell'Ordine poste a presidio di cantieri fondamentali per il progresso del Paese e delle maestranze che vi lavorano: condotte inaccettabili verso le quali nessuna sottovalutazione può essere esercitata”, hanno detto i deputati della Lega che hanno presentato l'emendamento approvato (Igor Iezzi primo firmatario).
I commenti
“Si aggrava la portata della linea anti-dissenso del governo. Dopo l’approvazione di una norma che porterà alla reclusione anche per gli studenti che organizzano un sit-in pacifico per strada davanti a una scuola, oggi viene approvata una nuova norma che introduce un’aggravante per chi protesta contro la realizzazione di un’opera pubblica. Siamo davanti a un giro di vite liberticida senza precedenti che non trova alcuna motivazione se non quella di intimidire e limitare in maniera drastica libertà fondamentali e la possibilità di protestare”, ha commentato il deputato Matteo Mauri (Pd), ex viceministro degli interni con delega alla sicurezza pubblica.
“Più che no-ponte – l’aggravante – è no-tav. Qui non si sanziona il dissenso, ma la violenza o la minaccia di chi se la prende con le forze dell’ordine. Si può dissentire ma nel rispetto delle regole. Noi non ce la prendiamo con i manifestanti, ma con i violenti”, ha dichiarato il sottosegretario all’Interno della Lega, Nicola Molteni.
“La destra stravolge il Codice penale per colpire categorie sociali che non gli portano consenso: giovani, rom, emarginati e chi lotta. Di nuovo un intervento odioso nel disegno di legge che possiamo definire “Insicurezza”: aumentano le pene per chi protesta. Questo modo di legiferare è molto lontana dal metodo democratico”, hanno commentato Filiberto Zaratti e Devis Dori, capigruppo di Alleanza verdi e sinistra nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera.
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