Attualità

Ponte sullo Stretto, Cda “snello” per garantire maggiore efficacia e operatività

Ritorna in qualità di amministratore delegato Pietro Ciucci. Presidente Giuseppe Recchi. Il ministro Salvini: “la società avrà l’onore di portare a termine l’opera più green di questo secolo”

mercoledì 7 giugno 2023 - Franco Metta

ponte sullo stretto rendering 720x405 30mar23 fonte Shutterstock

Si è svolta ieri la prima assemblea della società Stretto di Messina dopo che il Parlamento alla fine del mese scorso aveva varato il decreto salva-Ponte (n.35 del 31 marzo 2023).

L'assemblea dei soci ha nominato il nuovo Cda e approvato il nuovo statuto. Pietro Ciucci, presidente di Anas dal 2006 al 2015, torna a guidare la società in qualità di amministratore delegato, dopo il periodo dal 2002 a quando venne chiusa nel 2013.

La carica di Presidente è stata affidata a Giuseppe Recchi, in passato ai vertici di Eni e Telecom. Entrano a far parte del Cda del Eleonora Mariani, Ida Nicotra e Giacomo Francesco Saccomanno.

Si tratta di un Cda volutamente snello per garantire maggiore efficacia e velocità decisionale e operatività.

La società Stretto di Messina è integralmente in mano pubblica. Mef e Mit detengono una quota non inferiore al 51% e partecipano al capitale sociale RFI, Anas, Regione Siciliana e Regione Calabria.

Nel corso della riunione è intervenuto il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini per ricordare i numeri dell’opera: un ponte a campata unica lunga 3.300 metri e un’impalcato largo 60,4 metri. L’altezza del canale navigabile centrale sarà di 65 metri e dovrebbe consentire secondo i progettisti anche il transito di grandi navi da crociera. Sei corsie stradali (3 per senso di marcia, compresa la corsia di emergenza) e due binari ferroviari consentiranno rispettivamente il passaggio di 6.000 veicoli l’ora e di 200 treni l’ora.

L’opera inoltre è stata progettata per resistere a eventi sismici da 7,1 magnitudo della scala Richter e a venti fino a 270 km/h.

Il ministro inoltre si è soffermato con i giornalisti sull’aspetto dei costi: “costerà al massimo 13,5 miliardi di euro, come indicato nel Def. Quella è una quota massima, conto che possa costare molto di meno e a lavori fatti costerà meno della metà di quanto gli italiani hanno pagato il reddito di cittadinanza. Con la differenza che il reddito di cittadinanza non lascia traccia, questo è qualcosa che verrà usato da milioni di italiani, di turisti, di camionisti, di pendolari, di medici, avvocati, di lavoratori, di impiegati. L’obiettivo che mi son dato per l’apertura cantieri è l’estate del 2024. Oggi è una giornata importante perché nascerà la società Stretto di Messina, che avrà l’onore di portare a termine quella che sarà l’opera più green di questo secolo”.

L’ultimo Def segnalava ancora la mancata copertura finanziaria. Il ministro però rassicura. I primi stanziamenti saranno definiti con la prossima legge di Bilancio.

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