“Valutare l'opportunità di una riconsiderazione del progetto del Ponte sullo stretto come infrastruttura ferroviaria, previa valutazione e analisi rigorosa del rapporto costi-benefici, come possibile elemento di una strategia di riammagliatura del sistema infrastrutturale del Mezzogiorno”.
L'impegno è contenuto in una mozione di Ap-Ncd, approvata alla Camera con 289 voti favorevoli e 98 contrari, nella formulazione suggerita dal sottosegretario ai Trasporti, Umberto Del Basso De Caro.
Esulta su twitter il ministro dell'Interno Angelino Alfano, leader del Nuovo centrodestra: “alla Camera sì da maggioranza e Governo a nostra mozione sul Ponte sullo Stretto. Il Mezzogiorno riparte, un altro successo”.
DELRIO FRENA. Il ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, però frena: “Non si tratta di una riapertura dei giochi – ha precisato Delrio -. Il sottosegretario ha semplicemente accolto l'invito fatto al governo di valutare, se lo vorremo, l'opportunità di riguardare i costi e benefici di quel progetto. Dovremo valutare ma in questo momento il dossier non è sul mio tavolo, abbiamo dossier più urgenti. Se una forza politica o il parlamento ci invita a valutare se un domani potremo riaprirlo, noi non diciamo di no. Non abbiamo pregiudizi, la valutazione si fa sempre”.
“Con un colpo di scena degno di un thriller il governo cambia idea e per tenersi buono l’alleato dell’NCD apre alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, anche se ad uso ferroviario”, commenta Arturo Scotto di Sinistra ecologia e libertà. “Invece di impegnarsi per finire la Salerno Reggio Calabria e per ammodernare il sistema viario calabrese, preferisce assecondare il ministro dell’Interno Alfano, e il suo partito l’NCD, sponsor di questa opera inutile per lo sviluppo del Mezzogiorno. Siamo alla farsa e alla presa in giro degli italiani. Ma Renzi lo sa?”.
“Solo pochi mesi fa – ricorda Scotto - dopo una nostra denuncia l’allora ministro Lupi ci disse che i fondi per il Ponte sullo Stretto non c’erano. Ora il Nuovo Centro Destra e il ministro Alfano per raccattare qualche voto tornano alla carica e il governo gli va dietro. Sinistra Ecologia Libertà è contraria alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina e si opporrà alla costruzione di questa opera assolutamente inutile. Per tenere Alfano in vita il governo butta al macero decenni di battaglia per l’ambiente e la legalità”.
GLI ESPERTI: "ERA LA PIÙ INNOVATIVA OPERA D'INGEGNERIA AL MONDO". Ricordiamo che lo stop definitivo al progetto del Ponte sullo stretto di Messina era arrivato nel marzo del 2013 (LEGGI TUTTO). Secondo gli ambientalisti, uno dei motivi per cui il Ponte non poteva essere costruito – oltre al costo abnorme dell'opera e al suo impatto sul paesaggio - era la sua collocazione in una zona sismica. In un intervento sul Corriere della Sera del 23 marzo 2013, due professori emeriti del Politecnico di Milano, Giulio Ballio (ex rettore del PoliMi) e Giorgio Diana (esperto di strutture e vento), che hanno partecipato a vario titolo al progetto, avevano invece difeso il valore ingegneristico dell'opera, anche in chiave antisismica: “il terremoto non è un nemico dei ponti sospesi, li fa oscillare né più né meno dei grattacieli e di tutte le costruzioni snelle. Purtroppo un forte terremoto, se dovesse perseguitare nuovamente quei territori, potrà distruggere le città circostanti, non certo un ponte sospeso e le sue torri”.
IL VENTO COME AIUTO PER STABILIZZARE IL PONTE. Il vero nemico dei ponti sospesi non è il sisma ma il vento, il quale però può essere sfruttato per stabilizzare la struttura: “nessun ingegnere era riuscito a sconfiggere il vento per costruire ponti così lunghi, fino a quando si è smesso di trattarlo come un nemico cattivo – avevano spiegato Ballio e Diana - e si è pensato di cercare il suo aiuto per stabilizzare il ponte: è stato sufficiente separare l'impalcato in tre strisce, distanziandole e sagomandole a guisa di un profilo alare, per permettere al flusso di aria di abbracciarle, infilandosi ordinatamente fra l'una e l'altra. È un'idea che sembra semplice quando oggi si racconta, ma è costata anni di ricerche, di sperimentazioni in gallerie a vento, di calcoli complessi, di continui confronti internazionali”.
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