L’incidente al ponte Francis Scott Key di Baltimora, avvenuto giusto una settimana fa, ha fatto tornare in qualche modo a parlare anche del ponte sullo Stretto di Messina, a cui il governo attuale ha dato il via libera. Successivamente il consiglio di amministrazione della società Stretto di Messina Spa ha approvato l’aggiornamento del progetto definitivo del ponte sullo Stretto, che resta una delle opere più complesse e costose della storia italiana e di cui si discute da almeno mezzo secolo. Tra le più recenti discussioni naturalmente quella delle coperture finanziare, ma il ministro Matteo Salvini durante il question time alla Camera dello scorso 15 febbraio aveva rassicurato dichiarando l’intenzione di aprire i cantieri entro il 2024 e il traffico stradale e ferroviario entro il 2032.
L’Iter burocratico inizia in aprile
L’iter burocratico per l’avvio dei lavori per il ponte sullo Stretto di Messina è ai nastri di partenza: il prossimo 16 aprile, alle 11:00, è stata indetta al Mit la Conferenza dei Servizi istruttoria. Al tavolo invitati a partecipare tutti i ministeri e le Amministrazioni Statali interessati, le Regioni Calabria e Siciliana, i comuni, nonché gli enti gestori delle reti infrastrutturali (gas ed energia, ad esempio) destinatari delle eventuali interferenze. A tutti sarà messa a disposizione la documentazione progettuale, in modo da permettere la più ampia partecipazione e le valutazioni del caso. Si tratta del primo passo operativo che segna l’inizio delle attività per la messa a punto dei cantieri entro l’anno.
Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini che segue con attenzione, fin dal suo insediamento, il dossier, si è dichiarato molto soddisfatto e fiducioso che il confronto porti alla definizione delle attività nel più breve tempo possibile.
Ci saranno ostacoli giudiziari?
Queste previsioni sui tempi di realizzazione dell’opera potrebbero però scontrarsi con nuovi ostacoli di natura giudiziaria. Infatti il primo febbraio era stato presentato un esposto dai segretari di Sinistra Italiana, Verdi e Pd, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli ed Elly Schlein, per denunciare la scarsa trasparenza delle procedure incardinate dall'esecutivo per assegnare i lavori di aggiornamento del progetto definitivo, nonché i rischi economici e le criticità infrastrutturali dell'intera opera. A seguito di quell’esporto la procura di Roma ha aperto un fascicolo inizialmente senza ipotesi di reato o indagati. Sono finiti sotto la lente della pm Alessia Natale, specializzata in reati contro la pubblica amministrazione, tutte le procedure sull’attività di progettazione e di realizzazione del collegamento stabile fra Calabria e Sicilia.
Nessun pilone in mare può ostacolare il passaggio delle navi
Se dunque all’orizzonte possono intravedersi ostacoli per il rispetto dei tempi previsti per la realizzazione una cosa però è certa: un incidente come quello di Baltimora non potrebbe avvenire nello Stretto di Messina perché il progetto del ponte è a campata unica, quini non prevede la posa di piloni in mare.
Anche per quanto riguarda l’altezza possiamo stare abbastanza tranquilli: il ponte avrà un’altezza minima rispetto al livello dell’acqua (che in gergo tecnico viene detta “franco”) che varierà dai 50 ai 65 metri, valori in linea con quelli di altre infrastrutture simili. Per esempio, il Golden Gate di San Francisco è alto 67 metri, il Francis Scott Key di Baltimora 56 metri.
Il Ponte sullo Stretto, una volta realizzato, costituirà un vero e proprio gigante dell’ingegneria, sarà infatti il ponte sospeso più lungo al mondo. La sua realizzazione rappresenta certamente una sfida tecnologica di risonanza internazionale per l’ingegneria italiana e ci si auspica un impatto positivo e significativo sulla mobilità dell’intero Sud Italia.
Ostacolo espropri
Infine per completare la panoramica degli ostacoli lungo il cammino del Ponte sullo Stretto Mesisna non va dimenticato quello costituito dal fronte degli espropriandi, ovvero i proprietari delle aree abitative e produttive interessate dai cantieri e dove dovranno sorgere i piloni del ponte. Anche loro, una volta conosciuta la planimetria definitiva degli espropri, sono pronti ad opporsi mobilitando gli avvocati.