“Oggi salutiamo con soddisfazione l'approvazione definitiva di una norma di civiltà, che rappresenta appieno la visione del Governo sul mondo del lavoro grazie a un primo intervento che punta a rendere sempre più universali le tutele per tutti i lavoratori, dipendenti o autonomi che siano. Un traguardo atteso da lungo tempo dai professionisti italiani. L'approvazione odierna rende merito agli sforzi compiuti in tal senso dalle organizzazioni di rappresentanza del mondo professionale e ringrazio gli onorevoli proponenti e il Parlamento per questo risultato. A breve riprenderanno gli incontri del tavolo lavoro autonomo presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel quale esaminare e proporre ulteriori interventi sulla disciplina e a sostegno e tutela del comparto”.
Così il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, subito dopo il voto di ieri della Camera dei Deputati che ha licenziato in via definitiva il testo di cui è prima firmataria la premier Giorgia Meloni.
Il testo, che ora è legge e sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, è composto di 13 articoli e interviene sulla disciplina in materia di equo compenso delle prestazioni professionali. In particolare, la proposta:
- definisce come equo il compenso che rispetta specifici parametri ministeriali e interviene sull'ambito applicativo della disciplina vigente, ampliandolo sia per quanto riguarda i professionisti interessati, tra i quali sono inclusi gli esercenti professioni non ordinistiche, sia per quanto riguarda la committenza che viene estesa anche a tutte le imprese che impiegano più di 50 dipendenti o fatturano più di 10 milioni di euro (artt. 1 e 2);
- disciplina la nullità delle clausole che prevedono un compenso per il professionista inferiore ai parametri, nonché di ulteriori specifiche clausole indicative di uno squilibrio nei rapporti tra professionista e impresa, rimettendo al giudice il compito di rideterminare il compenso iniquo (art. 3) ed eventualmente di condannare l'impresa al pagamento di un indennizzo in favore del professionista (art. 4);
- prevede che gli ordini e i collegi professionali debbano adottare disposizioni deontologiche volte a sanzionare il professionista che violi le disposizioni sull'equo compenso (art. 5);
- consente alle imprese committenti di adottare modelli standard d convenzione concordati con le rappresentanze professionali, presumendo che i compensi ivi individuati siano equi fino a prova contraria (art. 6);
- prevede la possibilità che il parere di congruità del compenso emesso dall'ordine o dal collegio professionale acquisti l'efficacia di titolo esecutivo (art. 7);
- disciplina la decorrenza dei termini di prescrizione delle azioni relative al diritto al compenso (art. 5) e alla responsabilità professionale (art. 8);
- consente la tutela dei diritti individuali omogenei dei professionisti attraverso l'azione di classe, proposta dalle rappresentanze professionali (art. 9);
- istituisce, presso il Ministero della giustizia, l'Osservatorio nazionale sull'equo compenso (art. 10);
- prevede che la riforma non si applichi alle convenzioni già in corso (art. 11);
- abroga la disciplina vigente (art. 12) ed esclude che dalla riforma possano scaturire oneri per la finanza pubblica (art. 13).
La proposta di legge, approvata dalla Camera, è stata esaminata dal Senato, il quale ha introdotto una modifica meramente formale volta a coordinare il testo con talune disposizioni introdotte dalla cd. "riforma Cartabia" del processo civile. La legge riproduce il contenuto di una proposta di legge approvata dalla Camera dei deputati nella XVIII legislatura, il cui iter si era interrotto al Senato.
COLAP: “IL GOVERNO HA PERSO UN’OCCASIONE”. “La seconda lettura alla Camera poteva e doveva essere un’occasione per portare migliorie al testo - dichiara la Presidente del CoLAP Emiliana Alessandrucci - ma così non è stato. È prevalsa la voglia di varare in fretta e furia una norma che rischia di essere paradossalmente dannosa per i professionisti associativi piuttosto che prediligere il confronto con le parti in causa. Come ci è stato confermato dal Ministro Calderone, il Governo non esclude un correttivo successivo al voto. Perché questa fretta? Un approccio politico che suona tanto di spot elettorale”.
MICELI (ARCHITETTI): “IMPORTANTE RICONOSCIMENTO PER I PROFESSIONISTI”. “Il principio dell’equo compenso, finalmente diventato Legge, rappresenta un importante riconoscimento per i liberi professionisti. È un passo significativo per la loro tutela e per quella dei cittadini che hanno diritto a prestazioni di qualità. Il nostro impegno sarà quello di lavorare affinché sia ampliata la platea di riferimento oltre a quella già prevista”.
Così Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) che sottolinea il ruolo significativo che dalla Legge viene riconosciuto agli Ordini professionali.
“L’approvazione della legge sull’equo compenso - continua - rappresenta un passo avanti verso il riconoscimento del ruolo che i liberi professionisti assicurano alla società e che passa anche attraverso la definizione di compensi commisurati alla quantità e qualità del lavoro”.