Negli ultimi 50 anni i terremoti hanno causato in Italia circa 180 miliardi di euro di costi di ricostruzione, ovvero in media 3,6 miliardi l’anno. Per contribuire ad incrementare la cultura della sicurezza sismica, la Seismic Academy organizzata da Hilti Italia ha aperto il confronto tra speaker di altissimo livello, che hanno condiviso insight e presentato casi studio di successo. L’evento, punto di riferimento per il mondo accademico, i progettisti, le imprese ed i produttori del mondo delle costruzioni, si è recentemente svolto presso Spazio Vittoria all’interno dell’elegante Palazzo Simonetti-Odescalchi nel centro di Roma.
L’agenda della X edizione della Seismic Academy di Hilti Italia
Tre i fil rouge che hanno guidato l’agenda della decima edizione della Seismic Academy di Hilti Italia: la digitalizzazione, la sicurezza e la sostenibilità, temi affrontati nel corso della giornata con due tavoli di discussione.
Ciascun roundtable è stato introdotto da un approfondimento di esperti accademici, con una parentesi dedicata alle Experience Exchanges da parte di professionisti nel settore delle costruzioni, che hanno presentato casi studio di successo e best practice.
La giornalista Ilaria Iacoviello ha moderato l’intera Academy. La giornata si è aperta con il discorso del Professor Franco Braga, presidente dell’Associazione Nazionale Italiana di Ingegneria Sismica, che ha illustrato i lavori di preparazione a WCEE 2024 (World Conference on Earthquake Engineering), che vedrà Milano ospitare il più importante convegno mondiale in materia. A seguire lo speech di Raffaele Landolfo dell’Università Federico II Napoli, Professore Ordinario di Tecnica delle costruzioni ha approfondito l’evoluzione normativa introdotta con l’Eurocodice 8 e gli avanzamenti della ricerca nella progettazione sismica di elementi non strutturali.
Sinergia e dialogo tra gli attori coinvolti e il ruolo della tecnologia
Il primo roundtable si è focalizzato sull’importanza delle applicazioni sismiche strutturali e non strutturali nella realizzazione di un’opera, grazie al contributo di Leonardo Cefaratti, Managing Partner per ESA Engineering, Kleidi Moisi, Head of Engineering Marketing Sud Europa per Hilti Italia, Simone Peloso, Capo Dipartimento Costruzioni e Infrastrutture per Eucentre e Paolo Sattamino, Direttore Tecnico di Harpaceas.
Il confronto ha fatto emergere la necessità di un maggior dialogo tra gli attori coinvolti, nella realizzazione di un cantiere, per la progettazione sismica degli elementi strutturali e non strutturali, entrambi cruciali in termini di sicurezza. La chiave è la tecnologia, affiancata da una più alta sensibilizzazione sulla tematica e da una responsabilizzazione di tutte le figure. Serve un know-how condiviso che permetta agli stakeholders di ottimizzare i flussi di lavoro e avere a disposizione tutte le informazioni sul progetto. La metodologia BIM, così come i software per la gestione dei cantieri, creano un ponte di collegamento tra gli ingegneri strutturisti e gli impiantisti, gli architetti e tutte le altre figure professionali, facilitando la collaborazione tra i diversi team.
“Ulteriore vantaggio della digitalizzazione è la crescita della produttività, fondamentale in un settore come quello dell’edilizia che, negli ultimi 50 anni, non è riuscito ad incrementare in maniera sostanziale la propria efficienza. Cogliendo la lezione del comparto industriale, che dal dopoguerra ha triplicato la propria produttività, un’adozione generalizzata delle tecnologie descritte e di un modello costruttivo modulare permetterebbero di ridurre i costi di cantiere del 25%, velocizzare le attività del 30-50%, accrescendo al contempo la qualità, la sicurezza e la sostenibilità ambientale, economica e sociale delle opere”, afferma Kleidi Moisi, Head of Engineering Marketing Sud Europa di Hilti Italia.
La scelta dei materiali sostenibili e delle metodologie in un’ottica di uniformità nazionale per migliorare la sicurezza sismica
L’inizio della seconda parte della giornata si è distinto per l’intervento dedicato a strategie e applicazioni di una progettazione sismica per le facciate vetrate a cura di Alberto Consolaro, Direttore Tecnico Façades di Maffeis Engineering e quello sulla progettazione impiantistica per strutture ospedaliere a cura di Lorenzo Genestreti, Responsabile Settore Impianti per Studio TI Ingegneria e Architettura. I casi studio hanno sottolineato la necessità di lavorare sulla prevenzione e l’importanza nella scelta di materiali e soluzioni ingegneristiche adeguate.
Lo scenario sismico in Italia e il caso degli edifici storici in muratura
Il focus si è poi spostato sulle prestazioni sismiche ed energetiche di edifici esistenti e storici in muratura con l’approfondimento di Francesca da Porto, Professoressa Ordinaria di Tecnica delle costruzioni dell’Università degli Studi di Padova. E a seguire il secondo e ultimo roundtable dedicato alla sicurezza delle costruzioni in muratura. Il confronto tra Matteo Barozzi, Amministratore di Cobar, Paolo Baccarini, Direttore Ingegneria di Hilti Italia, Paolo Di Scanno, Direttore Dipartimento Strutture di Artelia Italia e Marco Dal Mas, Direttore Tecnico di Edera ha evidenziato la necessità di una sinergia tra sicurezza e sostenibilità, declinata in ambito ambientale, economico e sociale.
Nel nostro Paese l’esposizione al problema sismico è altissima, considerando che possiamo stimare circa 14 milioni di edifici, di cui 8 milioni in muratura, in un territorio interamente sismico. Secondo i dati Istat, solo il 43% delle abitazioni residenziali è stata costruita dopo il 1970, ossia dopo la definizione a livello nazionale di norme tecniche per l’edilizia antisismica. Inoltre, l’età media delle abitazioni è più alta nelle zone a maggiore rischio terremoti. Più in dettaglio, l’intervento della Professoressa da Porto ha evidenziato che l’85% degli edifici in muratura è stato costruito prima del 1981 e il 72% prima del 1971. Si tratta di edifici caratterizzati da un’elevata vulnerabilità e che richiedono interventi urgenti. Conoscenze, tecniche, tecnologie, prodotti e materiali sono oggi disponibili, ma per promuovere i lavori è cruciale colmare un gap culturale sulla prevenzione sismica, spesso trascurata a livello nazionale. Basti considerare che solamente l’1% degli stabili è assicurato contro i danni da terremoto.
Paolo Baccarini, Director Sales Engineering di Hilti Italia conclude: “Gli incentivi messi a disposizione dal Governo in questi anni e gli obiettivi europei di sostenibilità per il 2050 possono essere una grande opportunità per rimettere al centro dell’attenzione la sicurezza sismica. Ma molto resta da fare: circa il 90% dei fondi Superbonus sono stati destinati esclusivamente alla riqualificazione energetica e solo una minima parte a lavori di rinforzo strutturale. In primis è dunque fondamentale abbattere una barriera di tipo culturale. La Committenza, infatti, spesso dà priorità a interventi che generano benefici economici nel breve periodo. Promuovere un’adeguata riflessione sul lungo periodo permetterebbe di assicurare agli edifici una vita utile superiore, con conseguenti vantaggi anche in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale. Come emerge da tutti gli interventi della Seismic Academy di quest'anno, è solo adottando un approccio sinergico tra sicurezza, sostenibilità e digitalizzazione che il settore dell’edilizia potrà crescere ed essere ancora più competitivo, anche all’estero”.
La decima edizione della Seismic Academy ha registrato una notevole partecipazione del pubblico sia in sala sia in diretta streaming ed è stata l’occasione per fare il punto e darsi appuntamento a Milano dal 30 giugno al 5 luglio 2024 per la World Conference on Earthquake Engineering, che vedrà il supporto attivo e la partecipazione di Hilti.