La corsa del prezzo del gas continua a preoccupare: ieri è stato toccato un nuovo record sulla borsa di Amsterdam, il terzo nel giro di una settimana, con 321 euro al Megawattora. Una spirale che sembra destinata a peggiorare, mentre si avvicinano i giorni di chiusura programmata del gasdotto Nord Stream 1 e si addensano i pericoli di una “tempesta speculativa” sul debito italiano, come ha denunciato ieri un’inchiesta del Financial Times.
Secondo la viceministra del MEF, Laura Castelli, citata dal Corriere della Sera, “ci sono margini per un nuovo decreto per calmierare gli effetti del prezzo del gas.” Ma in che modo? Secondo la stessa Castelli, bisognerebbe fissare un tetto a livello europeo – battaglia che, come sappiamo, è stata intrapresa finora senza successo anche dal premier Draghi. Sul piano nazionale, invece, il problema consiste nel trovare i fondi sufficienti senza ricorrere a nuove tasse né a un nuovo scostamento di bilancio, dato che si tratta di un Esecutivo dimissionario, in carica solo “per gli affari correnti”. Anche i tempi stringono: il nuovo decreto legge potrebbe essere fatto confluire nel D.L. Aiuti bis, che sarà convertito a settembre appena prima dello scioglimento delle Camere. Sul fronte dei carburanti, invece, sembra scontata la proroga del taglio delle accise anche oltre il 20 settembre – qui, fortunatamente, basta un decreto interministeriale.
Da parte del mondo produttivo si moltiplicano gli allarmi: Giovanni Savorani, Presidente di Confindustria Ceramica, dice che “rischiamo di buttare una grossa fetta del Made in Italy”.
Quasi tutte le aziende del settore stanno ritardando l'accensione dei forni in attesa di non si sa bene cosa. A fine luglio siamo andati in ferie con il prezzo del gas a 1,80 euro a metro cubico e a fine agosto è di 2,95 euro. Il portafoglio ordini delle aziende del settore è ancora discreto, ma come facciamo a fare i prezzi e a produrre? Il costo del gas sta superando i ricavi.
Anche per Carlo Bonomi, Presidente nazionale di Confindustria, è necessario un intervento del governo, con un tetto al prezzo del gas anche soltanto a livello nazionale e un provvedimento per svincolare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas.
Intanto, alcune aziende fornitrici di gas, come A2A e Hera, hanno deciso di non fare nelle prossime settimane nuovi contratti con aziende che non siano quelle storicamente rifornite. Una fonte di A2A, citata dal Sole 24 Ore, spiega che “il momento è difficile per tutti: aziende clienti e fornitori. Ma in questo contesto A2a sta onorando i propri contratti e confermerà le forniture privilegiando per i rinnovi (non a prezzi fissi) i clienti storici in regola con i pagamenti. Per quanto concerne la sottoscrizione di nuovi contratti di fornitura, il gruppo sta procedendo con prudenza”.