Va a Balkrishna Doshi il Pritzker Prize 2018, il primo architetto indiano ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento.
Nato a Pune nel 1927, a una famiglia di industriali e commercianti di legno, Doshi si è laureato a Mumbai per poi trasferirsi a Londra e a Parigi per collaborare con Le Corbusier, a cui ha dedicato il premio. Dopo aver lavorato per più di cinque anni per il maestro svizzero-francese, curando soprattutto progetti in suolo indiano come Villa Shodhan, Villa Sarabhai, il Palazzo dei filatorie, il Museo Sanskar Kendra, tutti ad Ahmedabad, è qui che l'architetto indiano inizia a collaborare con Louis Kahn.
Nel 1956 Doshi ’56 fonda il suo studio Vastushilpa con cui ha firmato oltre 100 progetti fra spazi pubblici, istituzionali e residenze private. Conosciuto e apprezzato principalmente per il suo impegno nell'architettura sociale e a basso costo destinata alla popolazione più disagiata del suo paese, l'architetto indiano è stato premiato per essere riuscito a rappresentare un ponte fra Oriente e Occidente, dando vita a un'architettura personale.
"Influenzato dalle lezioni degli architetti occidentali che l’hanno preceduto – si legge nelle motivazioni della Giuria del Pritzker Prize – ha forgiato la sua visione artistica con una profonda riverenza per la vita, la cultura orientale e la forza della natura creando un’architettura personale, intrecciata con immagini, suoni e ricordi del suo passato."