A luglio 2022 l'Istat stima che l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni diminuisca del 3,0% rispetto a giugno 2022.
Nella media del trimestre maggio – luglio 2022 la produzione nelle costruzioni diminuisce del 3,2% nel confronto con il trimestre precedente.
Su base tendenziale, l’indice corretto per gli effetti di calendario cresce del 5,9% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro i 22 di luglio 2021), mentre l’indice grezzo registra una crescita del 2,3%.
Nella media dei primi sette mesi del 2022, l’indice corretto per gli effetti di calendario aumenta del 15,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre l’indice grezzo cresce del 14,7%.
Il commento
A luglio 2022 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni registra la quarta flessione congiunturale consecutiva. I livelli produttivi si collocano in prossimità di quelli della fine dello scorso anno, comunque ben al di sopra di quelli prepandemici.
Su base tendenziale, la crescita della produzione grezza, seppure in rallentamento, prosegue ininterrotta da febbraio 2021.
IL COMMENTO DI ARGENTA SOA. “I dati presentati oggi dall’Istat sono un chiaro segnale d’allarme di cui la politica deve tener conto. Da elaborazioni del Centro Studi di Argenta SOA nel terzo trimestre la variazione acquisita dell’attività è di -4,7% rispetto al secondo. Al netto di improbabili rimbalzi in agosto e settembre, si va verso un calo significativo della produzione delle costruzioni nella media del terzo trimestre. Sarà il primo arretramento dopo sei incrementi trimestrali consecutivi; la precedente diminuzione si era avuta nel quarto trimestre del 2020.”
Lo dichiara Giovanni Pelazzi, presidente di Argenta SOA (www.argentasoa.it), una delle principali società organismo di attestazione che certifica le aziende per la partecipazione alle gare pubbliche, nel commentare i dati comunicati oggi dall’Istat.
Accelera la caduta della produzione nelle costruzioni in luglio secondo l’Istat: -3% rispetto a giugno, quando era già diminuita del 2,3% su maggio.
“Si tratta - dichiara il presidente di Argenta SOA Giovanni Pelazzi - del quarto mese consecutivo di arretramento dell’attività, che ha registrato una caduta cumulata di ben sette punti percentuali, con i livelli di produzione tornati indietro sui valori di novembre scorso. L’andamento negativo del settore conferma le preoccupazioni che abbiamo sollevato in questi ultimi mesi e che il nostro Centro Studi ha raccolto presso i nostri imprenditori, elaborando i risultati di una survey mensile diffusa alle imprese con attestazione SOA. È vero che sono stati fatti passi avanti con l’emendamento al Decreto Aiuti bis per sbloccare la cessione dei crediti legati ai bonus edilizi - continua Pelazzi - ma non è chiaro ancora quale sarà la risposta del sistema finanziario e soprattutto quali saranno i tempi per la ripresa degli acquisti.”
L’incertezza nella definizione delle regole e i ritardi degli ultimi mesi, secondo il Centro Studi di Argenta SOA, hanno prodotto uno stato di incertezza e di preoccupazione che ha intaccato sia gli imprenditori che le famiglie generando rinvii e disdette per i lavori di ristrutturazione.
“Ci sono le condizioni per una “tempesta perfetta” che avrà ricadute molto negative per il settore e per il Paese: gli aumenti dei prezzi delle materie prime utilizzate nel settore stanno producendo un’onda lunga che durerà ancora; l’incertezza sulle regole da applicare; i costi energetici elevatissimi che impattano sui bilanci di famiglie e imprese riducendone la capacità di spesa e investimento, i timori sulle prospettive economiche del Paese e, infine, l’incertezza politica legata all’esito delle prossime elezioni parlamentari e alle scelte che saranno fatte per il comparto edile.
Questo contesto spiega anche la forte caduta delle aspettative degli imprenditori del settore: in agosto, sempre secondo l’Istat, sono crollati i giudizi sugli ordini e sui piani di costruzione. Le prospettive sono dunque notevolmente peggiorate”.
“Il peso del comparto edile – conclude Pelazzi - è rilevante sia in termini di contributo alla crescita del PIL (tra 2021 e la prima parte del 2022 ha dato il maggiore contributo alla ripresa economica) che in termini di occupazione, dando lavoro a circa 1,7 milioni di persone. Non tenere conto di ciò e lasciare cadere nel baratro le richieste degli imprenditori rappresenta, anche per il Governo che verrà, un errore che rischia di gettare sul lastrico molte famiglie”.