Il Governo italiano ha inviato alla Commissione europea il Piano nazionale di riforma delle professioni che prevede tre linee d'azione orizzontali.
Una di queste linee d'azione è la revisione dei percorsi formativi di alcune professioni tecniche – come quelle degli ingegneri e dei periti - per delinearne meglio gli ambiti di attività e le competenze, che attualmente sono sovrapponibili con riferimento a molte attività.
Le altre linee d'azione consistono nella: 1) valutazione e adeguamento degli esami di Stato per i titoli di studio, per rendere gli stessi più aderenti all'attività professionale che si andrà a svolgere, previo coordinamento con il ministero dell'Istruzione e con il ministero del Lavoro; 2) nell'istituzione di un tavolo di lavoro tecnico con il ministero del Lavoro, il ministero dell'Istruzione, le Regioni e l'Isfol per l'individuazione, attraverso appositi accordi, di standard minimi a livello nazionale per quelle professioni la cui formazione è rimessa da norma statale alle Regioni nonché per l'individuazione di quelle figure professionali che, non discendendo da norma statale, non possono considerarsi propriamente legittime.