I professionisti sono sempre più poveri. A certificarlo è l'Adepp, l'associazione delle casse di previdenza private, che nel suo ultimo rapporto, presentato a Roma lo scorso 15 dicembre, spiega come il reddito medio degli iscritti sia "crollato", con una perdita del 18,35% tra il 2007, prima dello scoppio della crisi, e il 2014. Lo scorso anno, il reddito dei liberi professionisti iscritti all'Adepp risultava essere sotto i 30 mila euro annui (28.960,02 euro). La flessione, spiega il rapporto, è dovuta principalmente agli effetti erosivi della crescita dei prezzi che, soprattutto negli anni passati, si è fatta sentire.
Infatti, fa notare l'Adepp, "il valore nominale dei redditi tra il 2005 e il 2014 non è cresciuto, pertanto - chiarisce - l'inflazione cumulata nel periodo di analisi ha provocato un decremento considerevole del reddito reale", cioè del potere d'acquisto. Riepilogando, i guadagni (nel 2014 il reddito nominale si si ferma 34.549,30 euro annui) non hanno fatto fronte all'avanzata dei prezzi, minando la capacità di spesa della categoria.
Aumenta il divario uomo-donna
Altro dato allarmante riguarda gli stipendi delle professioniste. Si amplia infatti nel 2014 il divario economico tra donne e uomini professionisti, le prime guadagnano circa la metà rispetto ai colleghi di sesso maschile. Secondo il rapporto, in Campania, Lazio, Liguria le professioniste hanno incassato tra il 51,6%e il 55% del reddito dichiarato dai maschi. Il tetto massimo raggiunto dalle donne si ferma al 70% dei guadagni degli uomini.
La situazione dei contributi
?Il rapporto Adepp fotografa anche lo stato dei contributi previdenziali dei professionisti. Nel 2014 le Casse hanno raccolto poco meno di 9 miliardi di euro dal versamento dei contributi pensionistici degli iscritti, totalizzando un incremento percentuale, rispetto all'anno precedente, pari al 2,87%; nel dettaglio, le entrate complessive sono di “8,917 miliardi”, e tra il 2005 e il 2014 c'è stato un aumento “pari al 24,18%”, mentre “nel periodo 2012-2014 si è registrata una lieve flessione dei contributi incassati pari a circa il 2%”. Analizzando le diverse categorie professionali, il dossier rivela come, nel 2014, il tasso di crescita maggiore della contribuzione sia quello dell'area tecnica (la cui quota maggiore è costituita da ingegneri ed architetti) giunto al 10,83%, l'area sanitaria (che ha la platea più corposa, superiore ai 464.000 iscritti, in buona parte medici ed odontoiatri) tra il 2012 e il 2013 è salita del 2,95% e, dato il proprio peso in termini di composizione dei contributi sul totale (32,62%), è andata ad abbassare la crescita media complessiva.
Aumentano gli iscritti
Nel rapporto, l’Adepp fornisce anche i numeri dei propri iscritti, che ormai sfiorano quota 1,5 milioni. Il nuovo rapporto dell'Associazione della casse di previdenza private, parla di 1.469.637 professionisti, dati aggiornati al 2014. Rispetto all'anno prima l'aumento è stato pari al 3,52%, che diventa il 20% se si guarda all'ultimo decennio (2005-2014). Fuori dalle percentuali si tratta di oltre 50 mila iscritti in più nel giro di un anno.
L'ente che conta più iscritti è l'Enpam (Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri), che rappresenta il 24,25% del totale degli iscritti Adepp. Seguono la Cassa forense (Cf) con il 15,23%, Inarcassa (Cassa nazionale di previdenza e assistenza per ingegneri e architetti liberi professionisti), con l'11,40%, la Cassa italiana di previdenza e assistenza geometri liberi professionisti (Cipag) con il 6,47%, la Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti (Cnpadc) con il 4,26%. L'Ente nazionale di previdenza e assistenza per gli psicologi (Enpap) rappresenta il 3,34% del totale degli iscritti Adepp, l'Ente nazionale di previdenza e assistenza per gli impiegati dell’agricoltura (Enpaia) il 2,93% cui si aggiunge anche lo 0,31% dell'Enpaia Gestione separata, la Cassa nazionale di previdenza a favore dei ragionieri e dei periti commerciali (Cnpr) il 2,02%, l'Ente nazionale di previdenza e assistenza dei veterinari (Enpav) l'1,93%, l'Ente nazionale di previdenza e assistenza per i consulenti del lavoro (Enpacl) l'1,77%, l'Ente nazionale di previdenza e assistenza pluricategoriale (Epap) l'1,34%.
Altre casse, tra cui la Cassa nazionale del Notariato (Cnn), l'Ente nazionale di previdenza dei periti industriali e dei periti industriali laureati (Eppi), rappresentano una quota inferiore all'1%.