Disposizioni per la sospensione della decorrenza di termini relativi ad adempimenti a carico del libero professionista in caso di malattia o di infortunio. È quanto reca il disegno di legge A.S. 1474 d’iniziativa dei senatori De Bertoldi, Fenu, Pichetto Fratin, Romeo, Marino e Steger.
Il ddl – IN ALLEGATO - è finalizzato ad evitare che un grave incidente o una grave e improvvisa malattia oppure la morte del libero professionista, in grado di impedire il rispetto di adempimenti aventi scadenze con termini perentori a carico di propri clienti, possano produrre sanzioni o danni per i clienti stessi.
Al riguardo, appare evidente come il libero professionista che abbia subìto un grave infortunio o una malattia o che sia deceduto non possa essere ritenuto colpevole del mancato adempimento, così come risulta altresì palese che i suoi clienti, del tutto estranei al verificarsi di tale evento fortuito e imprevedibile, non devono subirne le conseguenze. Attualmente non esistono norme che regolino il verificarsi dei casi indicati mentre è ovviamente prevista una disciplina sanzionatoria a carico dei clienti-contribuenti relativa al mancato adempimento di atti a carico del libero professionista. Ad esempio, negli obblighi verso l’amministrazione finanziaria dello Stato (Agenzia delle entrate), il verificarsi di un grave incidente automobilistico a carico del commercialista alcuni giorni prima della presentazione della dichiarazione dei redditi, che venga a determinare un ritardo nella presentazione della stessa, provoca l’applicazione di una sanzione a carico del contribuente. Altri esempi possono essere quelli di avvocati, ingegneri, notai o altre categorie di professionisti che sono obbligati ad adempiere in virtù di un mandato ben preciso.
Ulteriore finalità che si prefigge il disegno di legge consiste nel garantire tranquillità e certezza nel lavoro a ciascun libero professionista, senza che questi debba preoccuparsi di quello che succederà ai propri clienti nel caso in cui sia colpito da grave malattia o infortunio ovvero nel caso di decesso. Tale preoccupazione che affligge i lavoratori autonomi, in senso generale, necessita pertanto di un intervento del legislatore, così come risulta altrettanto necessario assicurare al libero professionista una garanzia effettiva, ai sensi dell’articolo 32 della Costituzione, relativamente alla «tutela della salute», attribuendogli, al pari di ogni altro cittadino, la possibilità di curarsi. Nella situazione attuale, infatti, una larga platea di liberi professionisti sono avversi a curarsi, in quanto considerano che il periodo di riposo derivante dalla degenza possa danneggiare il proprio lavoro con il rischio di perdere clientela e, di conseguenza, subire danni economici in termini di guadagno.
SOSPENSIONE FINO A 45 GIORNI DELLE SCADENZE DEGLI ADEMPIMENTI. L'articolo 1 del ddl stabilisce che in caso di ricovero del libero professionista in ospedale per grave malattia o infortunio o intervento chirurgico, ovvero in caso di cure domiciliari, se sostitutive del ricovero ospedaliero, che comportano un’inabilità temporanea all’esercizio dell’attività professionale, nessuna responsabilità è imputata al libero professionista o al suo cliente a causa della scadenza di un termine stabilito in favore della pubblica amministrazione per l’adempimento di una prestazione a carico del cliente da eseguire da parte del libero professionista nei trenta giorni successivi al verificarsi dell’evento.
Il termine stabilito in favore della pubblica amministrazione ha carattere di perentorietà e dal suo mancato adempimento scaturisce una sanzione pecuniaria o penale nei confronti del libero professionista o del suo cliente.
I termini relativi agli adempimenti sono sospesi a decorrere dal giorno del ricovero in ospedale o dal giorno d’inizio delle cure domiciliari fino a 45 giorni dopo la dimissione dalla struttura sanitaria o la conclusione delle cure domiciliari. Questa disposizione si applica per periodi di degenza ospedaliera o di cure domiciliari non inferiori a tre giorni.
Gli adempimenti sospesi devono essere eseguiti entro il giorno successivo a quello di scadenza del termine del periodo di sospensione.
“Il disegno di legge che intende introdurre tutele inedite per i professionisti che dovessero ammalarsi o subire un infortunio ha il grande merito di riservare attenzioni ad un pezzo di mondo del lavoro al quale fino ad oggi sono state inspiegabilmente negate”. È quanto affermato dal Vicepresidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Giorgio Luchetta, nel corso dell’audizione del 21 ottobre scorso della Commissione Giustizia del Senato sul ddl, che ha come primo firmatario il senatore Andrea de Bertoldi, ma che è stato firmato anche dalla consulta dei parlamentari commercialisti, di cui fanno parte esponenti di tutte le forze politiche.
“Proprio in questi mesi drammatici di pandemia – ha affermato Luchetta – il Governo ci ha più volte definito “essenziali”. I professionisti, i commercialisti italiani, necessitano più che mai di quei presidi previsti dal disegno di legge per vedere finalmente tutelato il proprio lavoro, che svolgono con abnegazione e spirito di assoluto servizio, garantendo un impegno che a volte va a discapito della loro tranquillità, di quella dei propri collaboratori e delle proprie famiglie. I professionisti sono un segmento determinante del mondo del lavoro, saranno un avamposto di una possibile rinascita dopo i mesi durissimi che ci attendono. A loro vanno riservate attenzioni e tutele che oggi non hanno”.
Luchetta ha espresso inoltre apprezzamento per l’iniziativa che ha portato al disegno di legge “sia per il metodo trasversale, che ha visto lavorare fianco a fianco colleghi commercialisti appartenenti a diversi schieramenti politici, sia nel merito. Si tratta di un primo, importante passo sulla via di un’azione che, lungi dal rispondere ad una logica corporativa, pone finalmente attenzione a legittime istanze troppo spesso dimenticate dalla politica”. Luchetta ha sottolineato, infine, come il disegno di legge “è un segnale di inversione di tendenza e di un cambio di paradigma estremamente importante rispetto all’atteggiamento tenuto negli ultimi anni dalla politica nei confronti delle professioni ordinistiche. È tempo – ha concluso – che la politica torni a guardare alle professioni come ad una risorsa per il Paese, un pezzo di economia da preservare e incentivare”.
In allegato il testo completo del disegno di legge