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Progettazione universale, ecco lo standard e il primo edificio certificato

Il centro di riabilitazione Mary Free Bed YMCA ha ottenuto la certificazione sviluppata dall'IDeA center che si basa su standard progettuali per rendere gli spazi accessibili e fruibili dalla maggiorparte degli occupanti

martedì 12 gennaio 2016 - Erika Seghetti

Progettazione universale_AP

Se c'è un obiettivo che l'architettura dovrebbe perseguire è senza dubbio quello di mettersi al servizio degli utilizzatori. Soddisfare le esigenze di tutti gli occupanti di uno spazio o edificio non è semplice ma neanche impossibile. Persegue questo obiettivo la cosiddetta 'progettazione universale' (in inglese 'Universal Design' o 'Design for All').  Il modello- sviluppato per la prima volta nel  1985 dall’architetto Ronald L. Mace, che lo definisce come “la  progettazione  di prodotti  e  ambienti  utilizzabili  da  tutti,  nella  maggior  estensione  possibile,  senza  necessità  di adattamenti o ausili speciali”- sta diventando sempre più in voga.

Varato il primo standard per la progettazione universale
Un contributo importante arriva dall'IDeA Center (Center for Inclusive Design and Environmental Access) dell'Università di Buffalo, New York che, in collaborazione con la Global Universal Design Commission (GUDC), ha sviluppato la prima serie di standard per la certificazione di edifici commerciali. Lo standard applica alcuni principi base della progettazione universale, prendendo come modello le linee guida redatte dall'Us Green Building Council per sviluppare la certificazione Leed.

Il primo edificio certificato

Dopo più di cinque anni di lavoro, lo standard è stato ufficialmente lanciato ed è stato certificato il primo edificio della categoria. Si tratta del Mary Free Bed YMCA, un centro di riabilitazione medica situato a Grand Rapids, nel Michigan, che ha aperto le porte al pubblico lo scorso 7 dicembre.


E' una grande soddisfazione vedere tutti gli sforzi concretizzarsi in un risultato- ha dichiarato  Levine Danise, architetto e vice direttore dell'IDeA Center. Il Mary Free Bed YMCA è stato il primo ad adottare le nostre norme e dovrebbe essere lodato come leader per il movimento di progettazione universale ed inclusiva per i loro dipendenti e visistatori. La nostra speranza è che sempre più edifici si adegueranno agli standard, creando ambienti più inclusivi e a misura di tutti.

Progettare in modo inclusivo

Gli standard varati dall'IDeA Center offrono delle linee guida inerenti il processo di progettazione, la realizzazione di elementi del sito (parcheggi, segnaletica e percorsi pedonali), elementi costruttivi (porte, servizi igienici, sistemi di circolazione), servizi e politiche per il facility management. "Questi standard sono stati creati per fornire ai progettisti e a tutte le parti interessate uno strumento utile per una progettazione che vada oltre l'accessibilità di base per essere più inclusiva", ha riferito Levine.

Come sono stati applicati questi principi nel Mary Free Bed YMCA? Ecco alcuni esempi:

  • Circolazione esterna: il sito è organizzato in modo da ridurre al minimo gli spostamenti tra il parcheggio e l'ingresso dell'edificio senza attraversare percorsi veicolari, prevedendo passaggi pedonali esterni che consentono di percorrrere l'intero sito senza cambiamenti di livello.

  • Elementi costruttivi: le aperture delle porte, i corridoi e tutti gli spazi sono stati realizzati di modo da ospitare persone con caratteristiche fisiche diverse

  • Segnaletica: L'edificio utilizza combinazioni di colori, in varie tonalità e forme di modo da rendere la segnalitica comprensibile ed identificabile da parte di tutti i visitatori, con una particolare attenzione all'illuminazione. Il  sistema di orientamento è stato progettato per essere  riconoscibile da parte di persone di ogni età e appartenenza culturale.

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