Qualificazione delle stazioni appaltanti, definizione dei livelli di progettazione e appesantimento degli appalti sotto la soglia di 40mila euro, che “ritarda inevitabilmente le procedure soprattutto nei piccoli Comuni”.
Sono questi i punti del nuovo Codice Appalti (Dlgs n. 50/2016) che interessano i Comuni e sui quali il presidente Anci Antonio Decaro (nella foto) ha fatto il punto in un convegno organizzato a Roma dai sindacati.
“Anci condivide assolutamente – ha spiegato Decaro - il percorso del nuovo Codice appalti, volto alla semplificazione e alla trasparenza ma dopo sette mesi sono solo sette su sessantacinque i decreti attuativi varati. Serve quindi accelerare, magari affrontano le criticità all'interno della cabina di regia istituita presso la Presidenza del Consiglio, per completare e migliorare una riforma che può permettere al Paese di tornare a correre”.
PROGETTAZIONI ESECUTIVE E COLLAUDI. Il presidente Anci ha richiamato l'attenzione anche su due problematiche in materia di progettazioni esecutive e collaudi. Sucondo Decaro “servirebbe evitare la progettazione esecutiva per la manutenzione ordinaria, poiché aumenta i tempi di esecuzione e ritarda gli interventi. Pensiamo ai rubinetti rotti nelle scuole o alle buche nelle strade, evenienze non individuabili a monte dalla progettazione esecutiva”.
Per quanto riguarda i collaudi, l'Associazione dei comuni chiede di “non prevederli per lavori di piccoli importi, lasciando la certificazione al certificato di regolare esecuzione. Questo sarebbe un intervento importante, soprattutto per i piccoli Comuni dove molto spesso non ci sono le professionalità adatte a fare un collaudo, con la conseguenza di collaudi da fare all'esterno dell'ente che porterebbero inevitabilmente costi ulteriori e aggiuntivi”.