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Progetti di ricerca e sviluppo, dal Mimit ulteriori 175 milioni per accordi innovazione

I progetti devono essere realizzati interamente nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna ed essere coerenti con gli obiettivi tematici del Programma Nazionale Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027

lunedì 10 luglio 2023 - Redazione Build News

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Gli accordi per l'innovazione sono una misura del Ministero delle Imprese e del Made in Italy che si rivolge a imprese di qualsiasi dimensione per realizzare, anche in forma congiunta, nuovi prodotti, processi o servizi o migliorare quelli esistenti.


L'ultima novità in proposito è lo stanziamento da parte del Mimit di ulteriori 175 milioni di euro al sostegno dei progetti di ricerca e sviluppo presentati al secondo sportello agevolativo e non ammessi alla fase istruttoria per carenza di risorse.


Il decreto ministeriale 11 maggio 2023 definisce i dettagli ai fini dell’accesso ai finanziamenti. I progetti devono essere realizzati interamente nelle regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna) ed essere coerenti con gli obiettivi tematici del Programma Nazionale Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027 e con i criteri di selezione previsto dallo stesso Programma.


Chi ne può beneficiare

Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese di qualsiasi dimensione che svolgono attività industriali, agroindustriali, artigiane o di servizi all'industria, come definite nell'articolo 2195 del codice civile (numeri 1, 3 e 5), nonché attività di ricerca.

Le imprese che presentano la proposta possono collaborare congiuntamente, fino a un massimo di cinque soggetti co-proponenti. Gli organismi di ricerca possono anche essere co-proponenti in un progetto congiunto, così come le imprese agricole che svolgono attività secondo quanto stabilito nell'articolo 2135 del codice civile, ma solo per i progetti rientranti nelle linee d'intervento "Sistemi alimentari", "Sistemi di bio-innovazione nella bio-economia dell'Unione" e "Sistemi circolari". Un soggetto proponente può presentare una sola domanda per ottenere agevolazioni, sia come proponente singolo che come capofila di un progetto congiunto.


Per cosa sono destinati i finanziamenti?

  • Tecnologie di fabbricazione 
  • Tecnologie digitali fondamentali, comprese le tecnologie quantistiche 
  • Tecnologie abilitanti emergenti Materiali avanzati
  • Intelligenza artificiale e robotica
  • Industrie circolari
  • Industria pulita a basse emissioni di carbonio
  • Malattie rare e non trasmissibili
  • Impianti industriali nella transizione energetica
  • Competitività industriale nel settore dei trasporti
  • Mobilità e trasporti puliti, sicuri e accessibili
  • Mobilità intelligente
  • Stoccaggio dell’energia
  • Sistemi alimentari
  • Sistemi di bioinnovazione nella bioeconomia dell’Unione
  • Sistemi circolari

I progetti di ricerca e sviluppo devono prevedere spese e costi ammissibili non inferiori a 5 milioni di euro, avere una durata non superiore a 36 mesi ed essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di agevolazioni al Ministero non inferiori a 5 milioni di euro, avere una durata non superiore a 36 mesi ed essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di agevolazioni al Ministero.


Come concessa l'agevolazione?

Il limite massimo dell'intensità dell'aiuto per le agevolazioni concesse è del 50% dei costi ammissibili per la ricerca industriale e del 25% dei costi ammissibili per lo sviluppo sperimentale. Nel caso in cui sia richiesto un finanziamento agevolato, questo può essere concesso solo alle imprese e fino al 20% dei costi ammissibili totali del progetto. Nel caso in cui il progetto venga realizzato in forma congiunta, il Ministero riconosce a ciascun soggetto proponente un aumento del contributo diretto, entro i limiti dell'intensità massima di aiuto stabilita dall'articolo 25, paragrafo 6, del regolamento (UE) 651/2014. 

Tuttavia, le regioni e le altre amministrazioni pubbliche possono cofinanziare l'Accordo per l'innovazione mettendo a disposizione le risorse finanziarie necessarie per concedere un contributo diretto alla spesa o, alternativamente, un finanziamento agevolato, per una percentuale non inferiore al 5% dei costi e delle spese ammissibili complessivi.



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