“In quanto veicolo di innovazione sociale, i contratti pubblici debbono anche contribuire a promuovere la parità di genere e generazionale, soprattutto in quei settori del mercato dove minori appaiono le opportunità di inserimento per le donne e i giovani. Con tale obiettivo, per i contratti finanziati dal PNRR, si è prevista, pur con deroghe motivate, l’introduzione di specifiche clausole che vincolino le imprese a riservare all’occupazione giovanile e femminile una quota pari almeno al 30% delle assunzioni necessarie”.
Lo ha ricordato il Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia, nella sua Presentazione il 14 maggio scorso a Montecitorio della Relazione Anac sull’attività 2023.
Dati non confortanti
“Purtroppo, però, i dati non sono confortanti: dal 2022 al 2023 non è aumentato l’uso di tali clausole – la crescita non raggiunge il punto percentuale – risultando di poco superiore alla metà del totale”, ha evidenziato Busia.
Dalla Relazione annuale di Anac al Parlamento emerge che dal 2022 al 2023 la percentuale degli affidamenti PNRR e correlati che prevedono quote del 30% per giovani e donne, come auspicato dal Piano di Ripresa e Resilienza, è di fatto rimasta ferma. Tale percentuale è aumentata di meno di un punto per tutte le fasce di importo considerate, risultando di poco superiore alla metà del totale. La percentuale era il 56,62% nel 2022. È stata del 56,87% nel 2023. Praticamente la stessa.
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