Sono fondati i dubbi espressi dai Tar che hanno sollevato una questione pregiudiziale alla Corte Ue sulla legge italiana che prevede la proroga automatica e generalizzata della durata delle concessioni sino al 31 dicembre 2020.
È questa la posizione dell'Avvocato generale Ue Maciej Szpunar secondo il quale la direttiva europea 'Bolkestein' “impedisce alla normativa nazionale di prorogare in modo automatico la data di scadenza delle concessioni per lo sfruttamento economico del demanio pubblico marittimo e lacustre”.
Szpunar precisa che “le convenzioni di cui trattasi non costituiscono 'servizi' ai sensi delle norme dell'Unione in materia di appalti pubblici ma 'servizi' ai sensi della citata direttiva, secondo la quale, allorché – come avviene nel caso in esame - il numero di autorizzazioni disponibili sia necessariamente limitato in ragione della rarità o comunque della limitatezza delle risorse naturali, tali autorizzazioni debbono essere concesse secondo una procedura di selezione imparziale e trasparente, per una durata limitata, e non possono essere oggetto di una proroga automatica”.
Comunque le conclusioni dell'avvocato generale UE non vincolano la Corte di giustizia, in quanto il compito dell'avvocato generale consiste nel proporre alla Corte, in piena indipendenza, una soluzione giuridica nella causa la cui sentenza sarà pronunciata prossimamente.
Per l'assessore al demanio della regione Liguria, Marco Scajola, “le conclusioni a cui è giunto l'avvocato generale della Corte di Giustizia Ue, Maciej Szpunar, in merito alle concessioni per i balneari, sono molto gravi, lesive della storia dell'Italia e delle sue tradizioni. A questo punto auspichiamo una forte reazione del Governo che deve tutelare le oltre 30 mila imprese balneari”.
L'Unione Europea non conosce la storia e le tradizioni dell'Italia - dice Scajola - auspichiamo una forte reazione da parte del Governo, che fino ad oggi è stato assente, così come avvenuto in Spagna, per tutelare il lavoro degli operatori balneari che non possono essere trattati così. Se lo Stato italiano non dovesse intervenire e tutelare le sue aziende che da anni investono, la Liguria è pronta a muoversi autonomamente per difendere un patrimonio, anche economico che non può essere buttato via dai burocrati della UE.
L’assessore al Turismo-Cultura della regione Marche, Moreno Pieroni, dichiara che “Il parere negativo espresso dall’Avvocatura generale della Ue in merito alla proroga automatica delle concessioni demaniali riferita alla direttiva “Bolkestein” assume i contorni di un intervento “a gamba tesa” per penalizzare il nostro Paese e un sistema economico basato sul turismo, una delle voci più rilevanti per la crescita del nostro Paese”.
Talvolta occorre adoperare il buon senso – sottolinea Pieroni - al di là dei cavilli se questi possono creare un danno evidente a persone e cose e se si parla di libera concorrenza, allora dobbiamo parlare anche di parità di trattamento con altri Paesi dell’Unione. Questo parere negativo ci deve sollecitare ad un maggiore sforzo unitario da parte delle Regioni e del Governo perché dia una risposta ferma e decisa. E’ necessario un ancor maggiore impegno per dare una certezza dovuta a chi fonda il proprio sostentamento e delle famiglie sulle imprese turistiche della balneazione che, tra l’altro, danno anche occupazione e contribuiscono alla tutela delle spiagge. Da parte della Regione Marche e mia personale, massima disponibilità a sostenere le ragioni dei concessionari balneari e a studiare insieme le possibili soluzioni alternative nel caso che la Corte di Giustizia si pronunci a sfavore, anche sulla scorta di questo ultimo intervento.