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Puglia: proroga per un altro anno del Piano Casa. Via libera dal Consiglio regionale

Approvate altre due modifiche sui requisiti della residenzialità e sul parere del soprintendente

martedì 10 novembre 2015 - Redazione Build News

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Via libera ieri dal Consiglio regionale della Puglia alla proroga per un altro anno – fino al 31 dicembre 2016 – del Piano casa regionale, al fine di attuare e completare gli interventi previsti dalla legge 14 del 2009.

APPROVATE MODIFICHE IN COMMISSIONE. Il presidente della V Commissione, Filippo Caracciolo, ha spiegato che oltre alla proroga che “ha trovato grande apprezzamento fra le aziende edili ed i proprietari di immobili”, con la proposta di legge presentata in Commissione si è pensato di apportare alcune modifiche – LEGGI TUTTO - alla stessa legge “in considerazione del fatto che in fase applicativa sono stati riscontrati alcuni dubbi interpretativi che hanno dato origine a quesiti da parte delle amministrazioni comunali e liberi professionisti”.

“Negli anni passati – ha ricordato Caracciolo - il Piano casa si è rivelato da un lato un sostegno concreto al settore edile, da sempre parte rilevante dell’economia pugliese ma attualmente in fase di sofferenze, dall’altro potrebbe offrire una possibilità per i proprietari di immobili ad attuare piccoli ampliamenti e ristrutturazioni del proprio patrimonio edilizio, senza intaccare ambiente e paesaggio e senza consumo di suolo”.

APPROVATE ALTRE DUE MODIFICHE. Il Consiglio regionale ha approvato due emendamenti, presentati dal consigliere Fabiano Amati. Il primo - che ha registrato la contrarietà del Governo, passato con 23 voti favorevoli e 16 contrari - riguarda una specificazione sul versante della “residenzialità”. “Poiché lo spirito complessivo della legge – ha spiegato Amati – risiede prioritariamente nel favorire la residenzialità, si specifica tale propensione al cospetto di una possibilità di aumento di volumetria che però sugli usi consentiti della strumentazione urbanistica si ritrova a riconoscere le più varie destinazioni (opifici, servizi ecc..) tranne la residenzialità: cioè lo scopo prevalente dell’ampliamento consentito”.

L’altro emendamento, approvato all’unanimità, sottolinea che nei procedimenti regolati dal Piano territoriale regionale (PTTR) e nei procedimenti connessi di natura urbanistica e ambientale, il parere del soprintendente si intende obbligatorio e non vincolante. “Con la legge sul piano casa abbiamo chiarito che sugli ulteriori contesti previsti dall'art. 38 delle norme del Piano paesaggistico, cioè quelli diversi dai beni culturali ambientali di rango ministeriale, il parere del Soprintendente non è vincolante”, ha spiegato il consigliere Amati. “La necessità di tale norma interpretativa risiede nell'evitare eventuali lungaggini nei procedimenti di autorizzazione di opere, ed in particolare di quelle pubbliche. La circostanza che il Piano paesaggistico vigente sia stato co-pianificato dal Ministero e dalla Regione avrebbe potuto indurre dubbi sui doveri propri della Soprintendenza e degli uffici regionali, finendo per onerare sia l'una che gli altri degli stessi compiti, con prevedibili contrasti o contraddizioni. Il tutto in danno della celerità nell'attuazione - soprattutto - di importanti programmi di investimento, magari finanziati (e ciò riguarda le opere pubbliche) alla condizione del rispetto di stringenti cronoprogrammi. Per prevenire tali eventualità, quindi, si è preferito – spiega Amati - chiarire puntualmente l'ambito in cui ciascuno è chiamato a dare il proprio parere, evitando così possibili sovrapposizioni e contrapposizioni”.

GLI EMENDAMENTI NON ACCOLTI. “Se il Consiglio regionale avesse approvato anche l’emendamento che ho presentato con la condivisione del nostro Gruppo, non sarei soddisfatto a metà”, ha commentato il consigliere regionale del Gruppo consiliare Oltre con Fitto, Francesco Ventola. “La mia proposta – evidenzia Ventola - era tesa alla riapertura dei termini per quei Comuni che all'epoca non riuscirono a perimetrare le aree oggetto di intervento e a rientrare nei benefici di legge. Davvero un peccato, se penso ad alcuni Comuni della nostra provincia e di tutta la Puglia che mio malgrado rimarranno esclusi a causa della sordità della maggioranza di centrosinistra; la riapertura dei termini avrebbe consentito loro di individuare le aree e deliberare nei sessanta giorni previsti nell’emendamento”. Inoltre, spiega consigliere M5S Cristian Casili, vice presidente della Commissione Ambiente, “il Governo per tramite dell'assessore con delega alla pianificazione territoriale, Anna Maria Curcuruto, anche su nostra presa di posizione in Aula, ha congelato una serie di emendamenti tra i quali quelli che prevedevano la modifica dell'art. 4 relativa al mutamento di destinazione d'uso. Sono soddisfatto del ritiro degli emendamenti che andavano a modificare alcuni importanti articoli della legge avendo già messo in evidenza in V commissione l'inopportunità di cambi di destinazione d'uso e di ampliamenti autonomamente funzionali rispetto ai fabbricati esistenti”.

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