È stato stipulato un contratto di appalto per l’ampliamento di una struttura alberghiera, quale è l’aliquota IVA da applicare?
Rubrica a cura di AGEFIS©, Associazione Geometri Fiscalisti. www.agefis.it @AGEFIS_asso
L’ampliamento di un edificio, indipendentemente da quello che è il suo classamento catastale, segue, ai fini IVA, le stesse regole inerenti alle "nuove costruzioni" in quanto la porzione ampliata viene considerata a tutti gli effetti come una "nuova costruzione".
Pertanto le fatturazioni derivanti da uno o più contratti d’appalto relative ad un intervento finalizzato all’ampliamento di una struttura alberghiera sono soggette all’aliquota IVA ordinaria del 22% in quanto non esistono agevolazioni fiscali, in tema d’IVA, per la costruzione di fabbricati ad uso diverso dall’abitazione (in questo caso la struttura alberghiera).
Se la struttura alberghiera è anche interessata da opere da realizzarsi sull’esistente di risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia (articolo 3, comma 1, lettera c) del D.P.R. n. 380/2001), gli appalti per tali opere sono soggetti all’aliquota IVA ridotta del 10% in quanto tali opere rappresentano un recupero del patrimonio edilizio esistente (indipendentemente dalla destinazione) così come viene previsto dal n. 127 quaterdecies, Tabella A, Parte III, allegata al DPR n. 633/1972.