Confartigianato segna un punto a favore nell’annosa e intricata vicenda riguardante la qualifica di restauratore di beni culturali. Per capire di cosa si tratta bisogna fare un passo indietro nel tempo e risalire al 22 giugno 2015 quando, con un provvedimento del Ministero dei Beni culturali, è stata indetta la selezione pubblica per il conseguimento della qualifica di restauratore di beni culturali, secondo quanto previsto dal Codice dei Beni Culturali. Migliaia di restauratori in tutta Italia sono stati impegnati nel reperimento della documentazione attestante l’attività di restauro da loro svolta negli anni per poter inviare in pochi mesi la domanda attraverso l’utilizzo di una procedura telematica conclusa il 30 ottobre 2015.
La valutazione delle circa 10.000 pratiche pervenute al Ministero è stata affidata ad una Commissione di esperti che avrebbe dovuto terminare i suoi lavori il 31 maggio 2016. Ma così non è stato e la conclusione dei lavori della Commissione, dopo una prima proroga al 31 luglio, è stata spostata dal Ministero al 30 giugno 2017. Ma le proroghe in Italia non finiscono mai e, con il decreto 62/2017, è stata ulteriormente spostata sino al 31 dicembre 2017 l’attività della Commissione incaricata di esaminare le domande e valutare i requisiti per l’acquisizione della qualifica di restauratore.
Confartigianato ha espresso un giudizio molto critico sulle modalità operative previste dal Ministero dei Beni Culturali per l’analisi delle domande in vista della pubblicazione dell’Elenco dei Restauratori di Beni culturali, ultima fase del complesso iter amministrativo avviato nell’ormai lontano 2015.
PRESENTATA ISTANZA DI INTERPELLO AL MIBACT. Per fugare incertezze e confusione dei restauratori, il Presidente di Confartigianato Restauro Vincenzo Basiglio ha preso carta e penna e, il 14 luglio, ha presentato un’istanza di interpello nella quale chiede al Ministero chiarimenti sulla posizione del restauratore di beni culturali nell’attuale periodo transitorio e sul mantenimento della totalità delle prerogative per coloro che hanno preso parte al bando di selezione. In pratica, l’oggetto dell’interpello riguarda la possibilità di partecipazione ai bandi che vengono pubblicati in questo periodo transitorio, in cui venga richiesta la qualifica di restauratore, anche a coloro che possono dimostrare un’adeguata competenza professionale nell’ambito del restauro dei beni culturali e delle superfici decorate dei beni architettonici nei limiti di quanto disposto dal bando pubblico del 22 giugno 2015.
Stavolta il Ministero dei Beni Culturali è stato rapidissimo e in appena 6 giorni, ha risposto all’interpello di Confartigianato Restauro. La risposta, datata 20 luglio, è in linea con le aspettative della Confederazione e fissa un principio già enunciato in una circolare ministeriale del 2015: “…nelle more del completamento della procedura e dell’istituzione dell’elenco dei Restauratori… i soggetti in possesso dei requisiti di legge possono proseguire lo svolgimento delle attività lavorative e professionali…”. Nel periodo transitorio rientra ovviamente anche il periodo di prosieguo del lavori della nuova Commissione, di cui al Decreto nr. 62 del 30 giugno scorso.
La risposta positiva del Ministero arriva a pochi giorni da un incontro svoltosi proprio il 14 luglio presso il Ministero dei Beni Culturali dove una delegazione di Confartigianato Restauro composta dal Presidente Vincenzo Basiglio e dal Responsabile Guido Radoani si è confrontata con lo staff del Ministro Franceschini. Alla luce della recente nomina della nuova Commissione di valutazione, l’incontro è stato fondamentale per chiarire e capire molti aspetti legati al bando per la qualifica del restauratore di beni culturali, oggetto peraltro di un ricorso al TAR, nel quale Confartigianato Imprese è intervenuta ad adiuvandum a tutela gratuita degli associati.
Con il Ministero è stata concordata una roadmap che prevede un costante tavolo di confronto con le Associazioni di rappresentanza finalizzato a monitorare il lavoro ed il rispetto dei tempi della nuova Commissione incaricata di esaminare le domande per la qualifica di restauratore.
Inoltre, a seguito dell’incontro con Confartigianato, il Ministero dei Beni Culturali ha eliminato dal proprio portale web l’elenco parziale dei restauratori, oggetto del ricorso al TAR, che aveva provocato ambigue prerogative e rivendicazioni di presunti privilegi sia in coloro che ne sono attualmente inclusi, sia in alcuni stakeholders che ne hanno arbitrariamente anticipato gli effetti.
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