La Commissione europea ha deciso lo scorso 27 novembre di inviare pareri motivati a 22 paesi - Italia, Austria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Cechia, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Ungheria - e lettere di costituzione in mora complementari a Germania e Malta, in merito alla mancata conformità della legislazione e delle prassi nazionali di tali paesi alle norme dell'UE relative al riconoscimento delle qualifiche professionali (direttiva 2005/36/CE modificata dalla direttiva 2013/55/UE).
Mediante tali normative l'UE ha istituito un sistema moderno che contribuisce alla flessibilità dei mercati del lavoro, agevola ulteriormente la prestazione di servizi tra Stati membri e sancisce il riconoscimento automatico delle qualifiche professionali nei paesi dell'UE per alcune professioni, ad esempio quelle di architetto, medico o infermiere.
Le lettere di costituzione in mora complementari e i pareri motivati inviati dalla Commissione riguardano le norme relative alla libertà di stabilimento, alla libera prestazione dei servizi, al riconoscimento automatico delle qualifiche, all'agevolazione dei requisiti amministrativi per le procedure di riconoscimento, al riconoscimento dei tirocini professionali e alla cooperazione amministrativa.
Tutti gli Stati membri in questione dispongono ora di 2 mesi per rispondere alle argomentazioni formulate dalla Commissione. In caso contrario, quest'ultima potrà decidere di inviare un parere motivato a Germania e Malta oppure, per quanto riguarda gli Stati membri destinatari di un parere motivato, di deferire i casi dinanzi alla Corte di giustizia dell'Unione europea.