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Qualità dell’aria indoor nelle scuole, studio OMS sui Paesi Ue

Le condizioni igieniche e la qualità dell'aria delle aule variano a seconda del reddito degli Stati membri

lunedì 29 giugno 2015 - Redazione Build News

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Secondo uno studio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nella maggior parte dei paesi Ue esistono politiche volte a migliorare la qualità dell’aria indoor nelle scuole e asili, e nei paesi ad alto reddito si trovano più frequentemente norme che regolano il massimo ammissibile di livelli di inquinanti indoor.

Inoltre, gli stati membri dell'Unione europea hanno una varietà di linee guida o norme in materia di ventilazione applicabili alle aule. Il ricambio d'aria minimo o tasso di ventilazione sono definiti usando metodi di valutazione diversi a seconda del paese, per cui i massimi livelli di CO2 consigliati nelle aule variano da 1000 ppm a 1500 ppm.  

SCARSA VENTILAZIONE E ARIA CHIUSA. La scarsa ventilazione e l'aria chiusa nelle aule scolastiche è un problema comune ad alcuni paesi europei durante la stagione invernale; questo si riscontra in special modo nelle regioni ad alto-medio reddito del sud-est europeo dove in molti edifici scolastici manca il riscaldamento. Valutare la reale situazione in tutta la Regione Europea OMS è però difficile per la mancanza di un approccio metodologico comune e la carenza di dati dalle nazioni a basso reddito.

Le recenti indagini hanno rilevato livelli di formaldeide conformi alle linee guida dell'OMS sulla qualità dell’aria indoor, ma nelle aule di alcuni paesi sono stati rilevati alti livelli di altri inquinanti chimici originati da fonti interne come benzene, COV e IPA. Purtroppo la mancanza di dati per molti paesi a reddito medio-basso non consente una generalizzazione dei risultati per tutta la Regione, ma si può dire che la prevenzione nell'esposizione ad agenti chimici inquinanti in alcuni paesi dell'UE dimostra l'efficacia degli interventi politici. 


ESPOSIZIONE A FATTORI FISICI IN AMBIENTE SCOLASTICO. La maggior parte dei paesi hanno norme sulla minima e/o massima temperatura dell'aria nelle scuole. Purtroppo però, la mancanza di riscaldamento centralizzato in molti edifici nei paesi dell’Europa sud-orientale ad alto-medio reddito associa al disagio per la bassa temperatura una scarsa ventilazione e una elevata umidità durante la stagione fredda.

I dati relativi all’acustica delle aule, ai livelli di rumore, alla illuminazione e ad altri fattori fisici sono piuttosto scarsi, pertanto la valutazione dell'esposizione ai fattori fisici dovrebbe essere promossa come un passo ulteriore verso la creazione di un ambiente scolastico confortevole che faciliti l’apprendimento.

FATTORI COMPORTAMENTALI E SALUTE IN AMBIENTE SCOLASTICO. Da un'indagine in 5 paesi risulta che l'abitudine al fumo di tabacco nei bambini aumenta con l'età e che si fuma anche a scuola.

Ugualmente risulta poco diffuso l'uso della bicicletta per andare a scuola e dovrebbe essere incentivato attraverso idonee infrastrutture stradali.

ACCESSO A SERVIZI IGIENICI ADEGUATI E PRATICHE IGIENICHE. La maggior parte dei paesi ha politiche esaustive volte a migliorare i servizi igienici nelle scuole e asili, ma nei Paesi a basso reddito resta ancora una sfida in atto, con il risultato che i bambini evitano di usarli. Un passo essenziale sarebbe quello di prendere in considerazione le percezioni e i bisogni degli alunni e migliorare gli standard scolastici esistenti.

A livello politico sarebbe importante imporre ferrei target di miglioramento dei servizi igienici e di pratiche igieniche nelle scuole, come prescritto anche dal "Protocollo su acqua e salute".

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