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Quando l'architettura si adatta al clima. Una mostra dedicata all'opera dello studio BIG

Al National Building Museum la personale 'Hot To Cold: an odyssey of architectural adaptation' dedicata alla giovane archistar Bjarke Ingels

giovedì 19 febbraio 2015 - Erika Seghetti

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E' uno degli architetti più innovativi e quotati a livello internazionale. Ha fatto della sostenibilità, o meglio dell'edonismo sostenibile, dell'attenzione al luogo e ai suoi abitanti,  ma anche dell'originalità e della predisposizione alla comunicazione (non a caso avrebbe voluto diventare un fumettista) i suoi tratti distintivi. Parliamo di  Bjarke Ingels, giovane architetto danese, 'figlio' di Rem Koolhas e fondatore dello studio BIG, a cui il National Building Museum ha dedicato una mostra, inaugurata nei giorni scorsi a Washington, intitolata  Hot To Cold: an odyssey of architectural adaptation. ta
Il concetto dell'adattamento è infatti il cuore della ricerca di Bjarke, autore di progetti estremamente diversi gli uni dagli altri e in cui si fatica a trovare un fil rouge. Perché l'architettura è una forma che si adatta alle esigenze del luogo e, nella fattispecie, alle condizioni ambientali, da quelle più fredde della Scandinavia a quelle più calde del Quatar. E in un momento come quello attuale in cui si fa un gran parlare di cambiamenti climatici e di resilienza, l'opera di Bjarke assume un'enfasi di tutto rilievo. 



Il percorso all'interno del National Building Museum è stato organizzato attorno a due linee guida: una zona 'rossa' (quella delle soluzioni per i paesi caldi) e una 'blu', dedicata ai paesi dal clima freddo. Fra modellini sospesi in aria, materiali audio e video si ripercorre l'intero (o quasi) lavoro dell'archistar, con le opere più note in bella vista.

Come  il Kimball Art Center di Park City, nello Utah. Progettato per creare un legame visuale con le vie principali della città, il centro espositivo è caratterizzato da una torsione del volume principale, costituita da elementi in legno massiccio impilati gli uni sugli altri.


Esempio di oasi urbana a Manhattan, “West 57th”, nasce dall'idea di unire l’edificio perimetrale nord europeo con corte centrale e il tipico grattacielo di New York, dando vita a una struttura ibrida che combina i plus delle due tipologie architettoniche: vista massimizzata, privacy e spazio verde. 




Altra 'icona' a firma BIG, il molo di S.Petersburg (USA) che, realizzato in collaborazione con Mesh, si compone di una pedana  che si conclude con una struttura a forma di onda-conchiglia, che si inserisce perfettamente nell'ambientazione marittima, confondendosi con l'andamento delle forme e dei colori, adattandosi camaleonticamente al contesto e alla situazione meteorologica.



In mostra anche Honeycomb, resort extra lusso alle Bahamas caratterizzato dall'originale disegno esagonale in facciata e l'impianto sciistico realizzato sul tetto di una centrale elettrica,  alle porte di Copenhagen. 

La mostra sarà aperta al pubblico fino al 30 agosto 2015. 

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