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Quasi il 70% degli italiani abita in edifici che hanno più di 30 anni

Tecnoborsa: il 65,1% delle abitazioni hanno un impianto di riscaldamento autonomo, il 20,2% un impianto centralizzato

giovedì 16 aprile 2015 - Redazione Build News

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In Italia esistono 14.452.680 edifici e 63.115 complessi di edifici, per un totale di 14.515.795 unità; rispetto alla ripartizione territoriale il 25,2% si trovano al Sud, il 22,6% nel Nord-Ovest; il 19,3% nel Nord-Est; il 16,9% al Centro e il restante 16,1% nelle Isole. Circa un quarto di questi sono concentrati in sole due regioni: la Lombardia (12,2%) e la Sicilia (11,9%). L’area in cui l’incremento rispetto al Censimento del 2001 è stata più consistente è risultata essere il Centro (16,6%), seguita a parità di punteggio dal Nord-Ovest e il Nord-Est (14,8%), poi seguono le Isole (11%) e, infine, il Sud (10,3%).

È quanto emerge dalla lettura di Tecnoborsa del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni dell'Istat del 2011, a cura del Centro Studi sull'Economia Immobiliare – CSEI.  

DENSITÀ TERRITORIALE. La densità territoriale degli edifici e complessi di edifici in Italia nel 2011 è di 48,1 unità per chilometro quadrato, mentre erano 42,5 nel 2001. Le regioni più densamente edificate (con più di 60 unità per chilometro quadrato), sono la Campania, la Lombardia, la Sicilia e il Veneto.

Anche in occasione del Censimento 2011 è stato rilevato lo stato d’uso degli edifici e dei complessi di edifici ed è emerso che quelli utilizzati sono 13.763.857, ossia il 94,8% del totale, erano il 92,9% nel 2001.

L’88,5% DEGLI EDIFICI SONO ADIBITI A USO RESIDENZIALE. Andando a esaminare il tipo d’uso è emerso che in Italia l’88,5% sono adibiti a uso residenziale; il 5,1% sono destinati ad altro tipo di utilizzo non meglio specificato; il 2,2% a uso produttivo; l’1,8% a quello turistico/ricreativo e direzionale/terziario; mentre la quota di edifici a uso produttivo è più rilevante nel Nord-Ovest (3,1%) e nel Nord-Est (2,8%); comunque, in nessuna regione il valore scende al di sotto dell’84%.

In Italia gli edifici residenziali sono 12.187.698 e la concentrazione maggiore si trova in Lombardia (12,2%) e in Sicilia (11,7%), mentre quella più bassa si trova in Valle d’Aosta (0,4%), Molise (0,9%) e Basilicata (1,3%). Nel Lazio, in Lombardia, in Campania e in Liguria la densità abitativa è più elevata; situazione diametralmente opposta si registra in Molise, in Valle d’Aosta, in Sardegna, in Abruzzo e in Sicilia.

In media negli edifici a uso residenziale ci sono 2,6 abitazioni e la situazione appare molto disomogenea, infatti si passa dalle 4,1 abitazioni della Liguria all’1,8 della Sardegna. A livello di macroaree il Nord-Ovest (3,1 abitazioni) e Il Centro (2,9 abitazioni), presentano valori superiori a quello medio nazionale, mentre il Sud (2,3) e le Isole (2) fanno registrare valori inferiori. Gli edifici residenziali dei Comuni maggiori hanno in media un numero molto elevato di abitazioni per edificio: 15 a Milano; 12,4 a Torino; 10,4 a Genova; 9,2 a Roma; 8,9 a Napoli e 6,2 a Palermo.

EPOCA DI COSTRUZIONE. Quanto all’epoca di costruzione, in Italia il 9,4% della popolazione residente che vive in famiglia alloggia in abitazioni situate in edifici residenziali costruiti prima del 1919; il 7,9% in edifici realizzati tra il 1919 e il 1945; il 13,2% in quelli edificati tra il 1946 e il 1960; il 38,8% tra 1961 e il 1980; il 22,3% tra il 1981 e il 2000 e il restante 8,4% tra il 2001 e il 2011. Quindi, quasi il 70% della popolazione italiana risiede in edifici che hanno più di 30 anni. In Liguria più della metà delle persone residenti in famiglia vive in edifici costruiti prima del 1960; seguita da Toscana (41,8%), Molise (36,5%), Trentino Alto Adige (36,2%) e Valle d’Aosta (35,5%). Viceversa, è alta l’incidenza di persone (più del 10%), che dimora in edifici residenziali piuttosto nuovi (realizzati dopo il 2000), in Sardegna, Abruzzo, Lombardia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Veneto. Tuttavia, in tutte le aree il boom edilizio si è avuto nel ventennio tra il 1961 e il 1980.

SUPERFICIE MEDIA. Dal Censimento del 2011 è emerso che le abitazioni occupate dai residenti nel nostro Paese hanno una superficie media di 99,3 mq: nel Nord- Est la superfice sale a 105,2 mq e nelle Isole a 100,9 mq; viceversa, nel Nord-Ovest scende a 95,8 mq e al Centro a 97,3 mq. Fatta eccezione per Palermo le restanti cinque città con più persone residenti presentano una superficie media inferiore a quella nazionale.

In Italia il 13,4% delle abitazioni occupate da residenti hanno una superficie inferiore ai 60 mq, il 20,7% sono tra i 60 e i 79 mq, il 25,2% tra gli 80 e i 99 mq, il 17,4% tra i 100 e i 119 mq, il 12% tra i 120 e i 149 mq e il restante 11,3% hanno una superficie da 150 mq e oltre. Nel Nord-Ovest vi è la più alta percentuale di case con una metratura inferiore agli 80 mq, nel Nord-Est, viceversa, c’è la più elevata incidenza di abitazioni con più di 149 mq, al Centro sono sopra media le case che vanno dai 60 ai 79 mq, al Sud quelle dagli 80 ai 149 mq e nelle Isole dai 100 ai 149 mq.

TIPOLOGIA DI IMPIANTO DI RISCALDAMENTO. In Italia l’8,6% delle abitazioni occupate da persone residenti non hanno un impianto di riscaldamento; il fenomeno è fortemente correlato alla posizione geografica, infatti, sono l’1% nel Nord-Est, l’1,4% nel Nord-Ovest, il 2,8% al Centro, il 16,4% al Sud e il 36,5% nelle Isole. Da un focus sulle sei grandi città emerge che a Milano l’1,3% delle abitazioni occupate da residenti non hanno un impianto di riscaldamento, a Roma sono il 2,5%, a Genova il 2,7%, a Torino il 4,3%.

Inoltre, il 65,1% delle abitazioni occupate da residenti hanno un impianto di riscaldamento autonomo; il 20,2% un impianto centralizzato, il 13,5% apparecchi singoli fissi che riscaldano alcune parti dell’abitazione e l’8,9% apparecchi singoli fissi che riscaldano l’intera abitazione o la maggior parte di essa. E’ alta l’incidenza di impianti autonomi nel Nord-Est e al Centro: l’impianto centralizzato predomina nel Nord-Ovest; nelle Isole e al Sud prevale la presenza di apparecchi singoli fissi. Nelle grandi città del Nord e del Centro Italia è molto alta la quota di abitazioni con la presenza di impianti centralizzati ad uso di più abitazioni.

TIPO DI COMBUSTIBILE UTILIZZATO. Il Censimento ha rilevato anche il tipo di combustibile ed energia che alimentano l’impianto di riscaldamento e dall’analisi dei dati è emerso che il 72,6% delle abitazioni ha un impianto alimentato a metano o gas naturale; il 15,1% da combustibile solido (legno, carbone, ecc.); il 5,5% da energia elettrica; il 5,2% da gasolio; il 4,9% da Gpl; il 2,2% da altro combustibile e/o energia e solo lo 0,1% da olio combustibile. Al Nord e al Centro la presenza di abitazioni con impianti alimentati da metano o altro gas naturale è elevata; al Nord-Est e al Sud sono molto utilizzati i combustibili solidi, mentre nelle Isole prevale l’energia elettrica. E’ alto l’impiego di metano o altri gas naturali a Genova (87,6%), Roma (84,8%), Milano (83,9%) e Torino (78,5%); infine, è alta l’incidenza di impianti alimentati con l’energia elettrica a Palermo (14,3%), Roma (6,1%) e Napoli (5,9%); mentre è bassissimo l’uso di combustibile solido in tutte le città.

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