Il radon è un gas naturale radioattivo tra i principali inquinanti dell'aria e inserito dall'Organizzazione mondiale della sanità tra gli agenti cancerogeni conosciuti.
Allo scopo di informare in modo semplice, completo e obiettivo il grande pubblico sul problema rappresentato dal radon nelle abitazioni, e di fornire indicazioni di intervento e riferimenti istituzionali, nel 2007 è stato predisposto il documento: “Il radon in Italia: guida per il cittadino” dal gruppo di lavoro “Ambienti di vita: prevenzione del rischio radon negli ambienti domestici” istituito nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale Epidemiologico sulle condizioni di Salute e Sicurezza negli ambienti di vita, che aveva sede presso il Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’Ispesl (oggi Inail - Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale).
Ora l'Inail ha pubblicato, nella collana “Quaderni per la Salute e Sicurezza”, un nuovo documento (vedi in allegato) che rappresenta una versione aggiornata e modificata del documento del 2007.
SECONDA CAUSA DI CANCRO AL POLMONE. “Il gas radon costituisce la seconda causa di cancro al polmone dopo il fumo di tabacco”, spiega il Dott. Sergio Iavicoli, Direttore del Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale Inail.
“L’esposizione a questo importante inquinante – aggiunge Iavicoli - ha luogo negli ambienti confinati, principalmente nelle abitazioni, e varia in funzione di numerosi fattori quali la natura del suolo, l’area geografica, la tipologia di edificio, l’assetto impiantistico ecc. Dal radon è possibile difendersi attraverso la messa in atto di azioni di risanamento e prevenzione, a livello degli edifici, che non possono prescindere dalla mappatura del territorio, dall’esecuzione di un adeguato monitoraggio ambientale e da una corretta informazione al cittadino sulla natura del rischio e sulle azioni di tutela”.
Ma “nonostante il varo di campagne di monitoraggio del radon negli ambienti confinati a livello nazionale e locale, l’adozione di iniziative da parte di singole Regioni e la predisposizione di un Piano Nazionale Radon, fino a tempi piuttosto recenti la percezione di questo importante fattore di rischio per la salute da parte del pubblico è stata generalmente molto ridotta, inferiore ad esempio a quella riguardante inquinanti noti come il benzene o fattori di rischio solo ipotizzati quali i campi elettromagnetici a 50 Hz”.
IN ITALIA C'È UNA NORMATIVA AD HOC SUL RADON SOLO PER GLI AMBIENTI DI LAVORO. “In Italia – ricorda il rappresentante dell'Inail - una normativa specifica sul radon esiste solo per gli ambienti di lavoro, a differenza di quanto accade in altri Paesi europei. È auspicabile che la pubblicazione di questa guida informativa possa contribuire a stimolare il Legislatore ad adottare, anche in conformità a quanto previsto dal Piano Nazionale Radon, specifiche iniziative di regolamentazione. L’intervento normativo dovrebbe avere tra le proprie finalità quella di codificare le soluzioni tecnico-impiantistiche oggi disponibili per la realizzazione di edifici a “tenuta di radon”, inserendo la prevenzione di questo rischio tra i normali requisiti di abitabilità, sicurezza ed igiene degli edifici e aggiungendo così un importante tassello alla piena certificabilità delle strutture abitative”.