Dalle Smart city alla Super Smart Society il passo è breve. Si intitola infatti “Super Smart Society: verso un futuro più sostenibile, resiliente e umano centrico” il nuovo rapporto redatto da The European House Ambrosetti (pdf in allegato). Il rapporto che passa in rassegna 22 Paesi benchmark mediante l’analisi di 14 key performance indicators, affronta vari temi, dall’innovazione alla tecnologia, dalla robotica alla mobilità, e formula alcune proposte per la ripresa/resilienza dell'ecosistema italiano della ricerca e dell'innovazione. E proprio sul fronte innovazione l’Italia risulta essere, secondo il rapporto, nelle retrovie, al quintultimo posto (e al 18° con il punteggio di 2,3) in una classifica dominata da Stati Uniti (5,5), seguiti al secondo posto da Israele, Germania e Austria, tutti con un punteggio di 4,6.
Uno dei capitoli più interessanti del rapporto (identificato dalla sigla 02C) affronta in 15 pagine il tema dell’evoluzione della mobilità nel contesto trasformativo odierno, quindi un settore che nei prossimi anni vedrà certamente molti cambiamenti: per raggiungere infatti gli obiettivi ambiziosi posti dall’Unione Europea in termini di decarbonizzazione, sarà fondamentale intervenire sul settore dei trasporti, uno tra i più inquinanti: nel 1990 rappresentava il 14% delle emissioni totali (672 Mton di CO2eq su 4,6 milioni di Mton), mentre nel 2019 il 25% (834 Mton su 3,4 Mton). L’Italia, secondo Paese europeo per tasso di motorizzazione, dovrà intervenire soprattutto sul parco delle auto private.
Fortunatamente, si legge nel rapporto, a livello globale è stato osservato che gli utenti della mobilità privata hanno recepito la necessità di optare per mezzi di trasporto più sostenibili. Negli ultimi anni si è registrata una crescita importante dei veicoli con motorizzazione elettrica: tra il 2010 e il 2019 il numero di automobili elettriche in circolazione è cresciuto a un tasso medio cumulato annuo del 95,8%, passando da 17.000 a oltre 7,2 milioni di veicoli. E grazie agli oltre 250 nuovi modelli elettrici che saranno introdotti sul mercato, le stime prevedono che la quota di auto elettriche passi dall’attuale 12% al 54% del totale entro il 2030.
Il contributo dei singoli utenti è necessario ma non sufficiente. Per questo saranno necessari anche i fondi destinati dal PNRR italiano (34 miliardi di Euro) che serviranno a promuovere, tra le altre cose, la conversione elettrica del trasporto pubblico e privato, lo sviluppo del trasporto rapido di massa e la digitalizzazione della logistica.
Questo perché la mobilità cittadina sarà sempre più responsabile del cambiamento climatico (già oggi il 75% delle emissioni di CO2 mondiali viene generato dalle città). E la missione 2 del PNRR prevede investimenti nel trasporto rapido di massa con l’obiettivo di dirottare il 10% del traffico su strada con la realizzazione di 240 km di rete attrezzata: metro (11 km), tram (85 km), filovie (120), funivie (15 km), percorsi ciclabili (1,5 km) per un investimento complessivo di 3,6 miliardi euro.
Franco Metta