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Rating di legalità, nel 2020 conclusi 4582 procedimenti: +12%

Relazione annuale Antitrust: il 95% dei titolari di rating è andato oltre il doveroso rispetto di norme di legge, adottando volontariamente politiche e misure orientate alla prevenzione degli illeciti e a un business responsabile

mercoledì 29 settembre 2021 - Redazione Build News

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Dal momento dell’introduzione dell’istituto del rating di legalità ad oggi, il numero annuale di richieste valutate dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato è costantemente aumentato. In particolare, nel 2020 sono stati portati a conclusione 4582 procedimenti in materia di rating di legalità (al netto delle archiviazioni delle istanze improcedibili), con un incremento del 12% circa rispetto ai 4108 procedimenti conclusi nell’anno precedente.

È quanto riporta la Relazione Annuale sull'attività svolta nel 2020 dall'Antitrust, presentata questa mattina dal Presidente Roberto Rustichelli presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.

Più in particolare, nel periodo di riferimento, sono 1680 le aziende che per la prima volta hanno conseguito il rating – che ha validità biennale – mentre ammontano a 2615 le imprese che, già incluse in passato nell’elenco dei titolari di rating, hanno ottenuto nuovamente il riconoscimento a seguito della scadenza del precedente titolo. Tra di esse, 1574 imprese hanno richiesto il rinnovo del rating entro 60 giorni dalla scadenza del titolo, mentre le rimanenti oltre tale termine. Vanno aggiunti poi i 174 procedimenti conclusi dall’Autorità per la valutazione di richieste di incremento di punteggio da parte di imprese che hanno dichiarato di aver acquisito ulteriori requisiti di natura premiale nel periodo di validità del rating.

Nel complesso, nel 2020, a fronte di un numero di nuove attribuzioni sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, il numero dei rating rilasciati/rinnovati/incrementati ad aziende già titolari del riconoscimento è notevolmente aumentato, passando da 2304 a 2789, arrivando pertanto a rappresentare oltre la metà delle decisioni assunte dall’Autorità nello stesso periodo. Queste ultime includono anche 113 decisioni di diniego dell’attribuzione/rinnovo e di revoca/annullamento di rating già attribuiti, in seguito al riscontrato mancato possesso dei requisiti di cui all’articolo 2, comma 2, del Regolamento. Va aggiunto al riguardo che nei casi in cui venga accertato che il legale rappresentante dell’impresa, in sede di autocertificazione circa il possesso dei predetti requisiti, abbia reso dichiarazioni false e mendaci, l’Autorità provvede a trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica di Roma, per gli eventuali adempimenti di competenza.

È, poi, opportuno evidenziare che in fase successiva all’attribuzione del rating, viene effettuata un’attività di monitoraggio sul mantenimento dei requisiti in capo alle imprese cui è stato attribuito, anche grazie alla collaborazione con la Guardia di Finanza per la verifica di profili di rilevanza fiscale e contributiva.

Al 31 dicembre 2020, erano 8031 (7306 a fine 2019) le imprese provviste di certificazione di legalità, con diversi punteggi.

Emerge che: il 55% delle imprese presenta un punteggio compreso tra ?+ e ?++; il 33% di imprese rientra in un range tra ? ? e ? ? ++ e il 7% delle imprese ha ricevuto il punteggio massimo. Si evince, pertanto, che il 95% dei titolari di rating è andato oltre il doveroso rispetto di norme di legge, adottando volontariamente politiche e misure orientate alla prevenzione degli illeciti e a un business responsabile. Va aggiunto che, rispetto al 2019, la percentuale di imprese che hanno raggiunto un punteggio superiore a 2 stellette (adottando almeno tre tipologie di condotte previste all’articolo 3 del Regolamento) è aumentata dal 37% al 40%.

Gli esiti dell’attività svolta dall’Autorità nel 2020 sembrano, pertanto, indicare come vi sia crescente attenzione per l’applicazione di principi etici in ambito aziendale. In tal senso appaiono rilevare: l’aumento del numero di aziende che annualmente richiedono il rating, il conseguente incremento dello stock di imprese titolari del titolo per un biennio (cfr. la Sezione del sito AGCM), una crescente articolazione delle politiche virtuose implementate da chi ottiene il rating, come segnalato da un certo miglioramento dei punteggi complessivamente attribuiti.

In allegato la Relazione Annuale sull'attività svolta nel 2020 dall'Antitrust

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