Via libera delle Commissioni riunite Ambiente e Giustizia del Senato al disegno di legge sugli ecoreat, provvedimento che introduce nel nostro codice penale i reati ambientali.
Lo rende noto il presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci giudicandolo "un passo avanti positivo" e auspicando che "il testo approdi presto in Aula al Senato e che si possa concludere rapidamente l'iter di questa legge, nata a partire da una mia proposta e da quelle analoghe dei colleghi Micillo (M5S) e Pellegrino (Sel)".
COSA CAMBIA? Mentre nella proposta di legge sono cambiate le definizioni di inquinamento e disastro ambientale per evitare il rischio di "abolitio criminis", le pene previste non sono state modificate: da 2 a 6 anni e da 10mila a 100mila euro per inquinamento ambientale; e da 5 a 15 anni per disastro ambientale.
Tra le novità anche l'inserimento di alcune aggravanti per l'inquinamento ambientale: nel caso in cui dal reato dovessero derivare dalle lesioni personali fino alla morte di una o più persone le pene comminnate potranno triplicare fino ad un massimo di 20 anni.
Rispetto al testo uscito dalla Camera è stata aumentata anche la riduzione di pena prevista per i reati di inquinamento e disastro ambientale se questi sono commessi per colpa - anziché per dolo -, passata da una diminuzione da un terzo alla metà a una diminuzione da un terzo a due terzi.
PER LEGAMBIENTE IMPORTANTE PASSO AVANTI. Soddisfatta per l'approvazione Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente:
Proporremo ancora alcuni aggiustamenti in Aula ai senatori, ma siamo consapevoli che già con questa formulazione avremmo finalmente nel nostro ordinamento quattro nuovi delitti ambientali nel codice penale in grado di scongiurare i casi di impunità che hanno purtroppo funestato la cronaca giudiziaria degli ultimi decenni. Ora si proceda con urgenza alla sua approvazione a Palazzo Madama e per questo chiediamo al Presidente del Senato e alla conferenza dei capigruppo di calendarizzare in aula il testo, subito dopo l’elezione del Presidente della Repubblica.
Legambiente ricorda che ad oggi i delitti contro l’ambiente restano, di fatto, impuniti e chi inquina non paga per la mancanza nell’ordinamento italiano di una fattispecie di reato ad hoc.
Con l’inserimento nel codice penale dei delitti ambientali, in primis quelli di inquinamento e disastro, - aggiunge la Muroni - sarà possibile aiutare magistratura e forze dell'ordine ad assicurare alla giustizia i colpevoli ed evitare che nel nostro Paese si ripetano altri disastri e crimini ambientali com'è già successo nella Terra dei fuochi, nella Valle del Sacco, a Taranto, a Porto Marghera, a Bussi, a Casale Monferrato. E che non vi siano più casi di “giustizia negata.