L’Italia si avvia sempre più verso un sistema elettrico che da un lato vede il calo dei consumi, dovuto a crisi economica ed efficientamento dei processi produttivi e dei consumi finali, e dall’altro vede aumentare il picco dei consumi nei periodi estivi non agostani (principalmente dovuto all’incremento dei consumi dovuto all’uso dei sistemi di condizionamento).
Questa situazione – osserva l'Anev (Associazione nazionale energia del vento) - porta, come visto nei giorni scorsi, ad un nuovo sistema di gestione dei carichi elettrici che necessita di un sempre più avanzato controllo dei flussi fisici sulla Rete onde evitare che il nuovo profilo dei consumi possa portare a problemi di sicurezza degli approvvigionamenti elettrici.
Come evidente a tutti questo nuovo scenario necessita di un adattamento e se il Presidente dell’Associazione dei produttori fossili Chicco Testa suggerisce di risolvere la questione dando soldi agli impianti termoelettrici in difficoltà per mantenerli artificialmente in vita per qualche ora di picco, per Anev sembra invece indispensabile ragionare con una visione più moderna e in linea con gli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni.
IL 7 LUGLIO NUOVO RECORD DI CONSUMI DI 56,883 GW. L'Associazione del settore eolico sottolinea che il nuovo record di consumi di 56,883 GW raggiunto il 7.7.2015 intorno alle 16 è stato di 61 MW maggiore del precedente record del 17.12.2007. Terna segnala poi che al momento del picco della settimana scorsa, le Fonti Rinnovabili di Energia stavano coprendo ben il 40 % di tale consumo quindi circa 22,750 GW e quindi le fonti fossili stavano producendo 34,130 GW in quel momento, mentre nel 2007 le fossili termoelettriche coprivano circa 40,000 GW. Come evidente quindi non solo in questi anni la crescita delle rinnovabili ha consentito di avere benefici economici, occupazionali e ambientali estremamente significativi, ma inoltre hanno consentito al nostro Paese di poter affrontare queste modifiche dei carichi elettrici in maggiore sicurezza rispetto al passato.
Concludendo, Anev evidenzia che oggi grazie alle rinnovabili il margine di riserva e flessibilità del sistema è aumentato del 20 % e in prospettiva solo l’ulteriore crescita delle Rinnovabili e la conseguente copertura crescente dei consumi elettrici e dei picchi estivi (periodo nel quale sole e vento sono peraltro maggiormente disponibili) potrà garantire una ulteriore maggiore sicurezza al sistema.
Insomma, chiosa Anev, “come direbbe il comico Pezzaglia è meglio garantire la remunerazione necessaria alle rinnovabili per produrre energia elettrica pulita che sovvenzionare le fossili per restare chiuse”.