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Recovery Plan, Cingolani: nelle ultime tre settimane istruiti circa il 50% dei progetti green del PNRR

Audizione del ministro della Transizione Ecologica sul Piano nazionale di ripresa e resilienza davanti alle Commissioni Bilancio e Politiche Ue del Senato. Presentate le linee programmatiche del ministero alle commissioni congiunte delle Camere

mercoledì 17 marzo 2021 - Redazione Build News

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“Nell’arco delle ultime tre settimane, circa il 50% dei progetti green del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) sono stati istruiti dal Ministero della Transizione ecologica e da altri Ministeri".

Lo ha affermato il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, in Audizione sul Pnrr davanti alle Commissioni Bilancio e Politiche Ue del Senato.

“Mancano poco meno di 7 settimane alla consegna alla Ue, il 30 aprile. Non abbiamo molto tempo, ma il lavoro con gli altri Ministeri è fatto a ritmi molto elevati e con molta passione”, ha aggiunto il Ministro.

“Il Pnrr – ha aggiunto Cingolani - si muove su 4 filoni: agricoltura sostenibile ed economia circolare; rinnovabili, idrogeno e mobilità sostenibile; efficienza energetica e riqualificazione degli edifici; tutela del territorio e della risorsa idrica”.

Fra gli obiettivi, la semplificazione degli iter autorizzativi degli impianti rinnovabili (oggi dai 4 ai 5 anni); il green procurement, vale a dire la capacità di individuare la sostenibilità di un progetto; una governance efficace dell’efficientamento energetico; l’accelerazione degli interventi sul dissesto idrogeologico; lo sblocco degli strumenti di gestione dei rifiuti per ridurre il conferimento in discarica.

Sulle rinnovabili il target è quello fissato dalla Ue, il 72% al 2030: "un'impresa epica", ha affermato il Ministro, sottolineando che occorre “potenziare la ricerca e la produzione in Italia di tecnologie per la decarbonizzazione, per non dover dipendere dall’estero in questo settore strategico, e rendere più sostenibile la filiera agroalimentare”.

PRESENTATE LE LINEE PROGRAMMATICHE DEL MINISTERO ALLE COMMISSIONI CONGIUNTE DELLE CAMERE. Per la prima volta l’audizione sulle linee programmatiche del ministero della Transizione ecologica è stata resa alle commissioni congiunte Ambiente e Industria dei due rami del Parlamento: un dato che rispecchia il riconoscimento introdotto con il decreto-legge del 1° marzo 2021 sul riordino delle attribuzioni dei ministeri, oggi all’esame delle Camere. Inoltre, per la prima volta la relazione sulle linee programmatiche dei ministri, come quella di oggi del ministro Roberto Cingolani, è stata fatta esclusivamente mediante l’impiego delle tecnologie digitali. Un segnale tangibile non solo dei condizionamenti della pandemia ma anche delle potenzialità offerte dalla tecnologia. Due novità nella forma che si aggiungono alle novità nella sostanza annunciate stamattina dal ministro.

Tre i focus sui quali sarà articolata l’azione del ministero: la tutela della natura, del territorio e del mare; la transizione ecologica; l’interdipendenza della sfida climatica e di quella energetica. “La nuova missione del ministero – ha osservato il ministro Cingolani - è una missione che integra e permea gli aspetti di protezione ambientale nella prospettiva dello sviluppo sostenibile e della transizione ecologica”.

I nuovi ambiti di intervento del ministero in ambito energetico riguarderanno: la competenza sull’autorizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili di competenza statale, anche ubicati in mare, di sicurezza nucleare e di disciplina dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché la competenza in materia di agro-energie; la competenza sui piani e sulle misure in materia di combustibili alternativi e delle relative reti e strutture di distribuzione per la ricarica dei veicoli elettrici, sulla qualità dell’aria, sulle politiche di contrasto dei cambiamenti climatici e per la finanza climatica e sostenibile e il risparmio ambientale, anche attraverso tecnologie per la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra; i compiti di pianificazione in materia di emissioni nei diversi settori dell’attività economica, compreso il settore dei trasporti. Saranno tre i dipartimenti del ministero ad assicurare la gestione funzionale.

Il decreto legge di riordino prevede inoltre, come ha spiegato Cingolani, che l’Enea sia sottoposto alla vigilanza del ministero della Transizione ecologica e che nell’ambito delle nuove competenze rientrino quelle afferenti alla Sogin. E ancora, compete al ministro della Transizione ecologica l’esercizio dei diritti di azionista già esercitati dal ministero dello Sviluppo economico nei confronti del Gse.

Sempre il decreto-legge istituisce, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica con il compito di coordinare le politiche nazionali per la transizione e la relativa programmazione.

Il ministro si è poi soffermato sulla “transizione burocratica”, al servizio della transizione ecologica, sul “dibattito pubblico”, ovvero sugli strumenti di consultazione pubblica per la velocizzazione degli iter realizzativi, sull’“idealità e concretezza per una corsia preferenziale che realizzi i progetti del Pnrr” sul modello del ponte San Giorgio di Genova, “esempio di governance virtuosa”. Naturalmente l’azione del ministero sarà costantemente improntata sul confronto con il Parlamento e le commissioni parlamentari.

Cingolani ha poi fatto un excursus sulle principali iniziative del ministero: dal potenziamento delle risorse umane alla dotazione tecnologica, dalla tutela del patrimonio naturalistico all’economia circolare ai rifiuti radioattivi, dalle autorizzazioni per l’Ilva alle bonifiche all’attuazione del Piano nazionale integrale energia e clima a molte altre.

Tra gli impegni internazionali, il G20, la Cop26, il negoziato internazionale sulla legge europea sul clima, il recepimento delle direttive e indicazioni Ue in materia energetica, di mobilità sostenibile e relativamente all’idrogeno. Per quanto riguarda le rinnovabili, è stata sottolineata l’importanza di definire il decreto, atteso da anni, sugli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (il cosiddetto “Fer2”) e di estendere la durata temporale del “Fer1” per consentire nuove procedure di asta o registro anche dopo il settembre di quest’anno.

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