di Franco Metta
Mario Draghi settimana scorsa si interrogava sul perché utilizziamo troppe terminologie inglesi. Il plurale in quel caso non sarebbe maiestatis. Per questo, nella riunione che ha tenuto con i ministri competenti all’ordine del giorno c’era il Piano nazionale di ripresa e resilienza, meglio conosciuto come Recovery plan, che dovrebbe essere presentato a Bruxelles entro la fine di aprile.
La riscrittura del piano, che come noto è stato il fattore determinante per la caduta del governo Conte bis, è ancora un cantiere aperto. Si parte comunque da quello che ha lasciato il precedente esecutivo, una base comune di dati e informazioni che ora occorre integrare e affinare, come ha tenuto a precisare il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.
Quello che preoccupa il ministro non sono tanto le linee programmatiche che compongono la roadmap, quanto piuttosto l’attuazione del piano, la messa in opera. La ricetta per superare il “muro” burocratico sembra essere quella della semplificazione e dello snellimento degli iter autorizzativi, per accelerare la realizzazione degli impianti rinnovabili. Ricordiamo che ai progetti green arriveranno buona parte delle risorse del Recovery Fund.
Finora sono stati realizzati un decimo degli impianti rinnovabili previsti dal Piano nazionale energia e clima, e mediamente hanno richiesto 4-5 anni per gli iter autorizzativi. Si tratta ora di allinearsi ai nuovi obiettivi europei, che richiedono tempi più rapidi per quanto concerne la valutazione di impatto ambientale. Per ottenere questo si era già dato avvio a un gruppo di lavoro con i ministri interministeriale e che riguarda tutta la governance del Pnrr. “In tre settimane sono stati già istruiti il 50% dei progetti green”, ha evidenziato il ministro. Lo stesso modus operandi dovrebbe essere poi esteso a tutte le altre attività del MiTE (ministero della Transizione Ecologica), e non essere solo limitato per la parte che riguarda il Recovery Plan.
Infine, sempre in tema di rinnovabili, ma oltre il tema delle procedure autorizzative, il ministero intende definire il decreto Fer2, che riguarda gli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Per fine settembre è atteso il piano per identificare le aree idonee all’installazione di trivelle.
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