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Regolamento appalti, dall’OICE valutazione positiva su centralità del progetto e rapporti fra P.A. e privati

“Abbiamo molto apprezzato il clima costruttivo della Commissione che intende arrivare in tempi rapidi ad un testo certo, ben fatto e stabile nel tempo”

venerdì 6 dicembre 2019 - Redazione Build News

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Dopo le audizioni tenutesi ieri presso la Commissione giuridica incaricata di predisporre lo schema del regolamento unico del Codice appalti, l’OICE – l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria – ha parlato di “clima positivo” per quanto riguarda la centralità del progetto e il riequilibrio dei rapporti fra P.A. e privati.

Abbiamo molto apprezzato il clima costruttivo della Commissione che, nella consapevolezza che c’è molto da fare e in poco tempo, intende arrivare in tempi rapidi ad un testo certo, ben fatto e stabile nel tempo. Le aspettative del sistema delle costruzioni, dopo anni di normativa “fluida” sono infatti altissime perché ci sia stabilità e chiarezza.

Nel merito l’OICE ha puntato su alcuni elementi irrinunciabili: “Abbiamo ribadito innanzitutto, a tutela del principio della centralità del progetto esecutivo – ha detto il presidente Scicolone - la necessità condivisa anche da altri colleghi presenti di stralciare la norma che riaprirebbe, peraltro illegittimamente, all'affidamento dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità”.

Ma soprattutto il Presidente dell’OICE ha chiesto che si riporti su un piano più equilibrato il rapporto fra stazioni appaltanti e operatori economici:

Vorremmo dire basta ad accordi quadro che rimangono sulla carta ma per i quali si devono anticipare ingenti somme prima ancora di stipulare i contratti attuativi; basta a gare i cui tempi di aggiudicazione durano dieci volte i tempi richiesti per formulare le offerte; basta con richieste di massimali di polizze professionali da decine di milioni che neanche le compagnie assicurative riescono a rilasciare, basta con bandi di gara sottostimati e con offerte di ribasso anomale che non si riescono ad escludere!

Per l’Associazione di Via Flaminia, infine, “occorre colmare molte lacune a partire dall’assenza totale dei temi legati alla digitalizzazione e al BIM; c’è molto da lavorare, mancano gli allegati, fondamentali per il nostro settore, e bisogna garantire l’accesso alle gare di verifica dei progetti su criteri di qualificazione analoghi a quelli dei servizi di ingegneria e architettura”.

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