Come noto, il decreto “Sblocca Italia” (Dl n. 133/2014, convertito con legge n. 164/2014) ha previsto l’adozione di un regolamento edilizio tipo che dovrà coinvolgere Governo, Regioni e Comuni nel semplificare e fare chiarezza nelle procedure e accompagnare l'innovazione energetica e ambientale.
In questi anni 1182 Comuni hanno messo mano al proprio regolamento edilizio attraverso 20 parametri che spingono la riduzione dei consumi energetici e idrici e migliorano vivibilità e salubrità delle abitazioni.
Nello studio “Innovazione e semplificazione in edilizia: verso il Regolamento Edilizio Unico”, presentato oggi da Legambiente, sono analizzati i 1182 regolamenti edilizi green, provenienti da tutte le Regioni italiane, evidenziando i parametri utilizzati e le prestazioni previste, mettendoli a confronto con i riferimenti delle Direttive europee e indicando proposte per il regolamento tipo.
L'obiettivo è quello di fare del regolamento edilizio tipo una occasione per dare coerenza a un quadro di interventi che oggi può candidarsi ai fondi della programmazione europea 2014-2020 e giungere a una diffusa riqualificazione energetica e anti sismica del patrimonio edilizio.
FREYRIE (ARCHITETTI), “IL REGOLAMENTO UNICO SIA RIVOLTO AL RI.U.SO”. Lo studio è stato presentato oggi a Roma in un convegno promosso da Legambiente in collaborazione con Enel e con il patrocinio del Consiglio Nazionale degli Architetti. “Non basta aver posto fine alla bulimia burocratica, fonte di corruzione e di abusivismo: il nuovo Regolamento unico edilizio - fortemente voluto dagli architetti italiani - deve essere una fase importante delle politiche di RI.U.SO. per promuovere la Rigenerazione urbana sostenibile per le scuole, per il social housing e per i beni demaniali. Deve essere, quindi, un Regolamento edilizio sostenibile”, ha detto Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
“Quasi tutti gli 8mila regolamenti edilizi, finora vigenti, sono stati redatti secondo la logica della nuova edificazione, ma ora il processo legislativo sulla riduzione del consumo del suolo insieme alla necessaria sostenibilità ambientale, economica e sociale rendono indispensabile che il regolamento edilizio unico sia rivolto al RI.U.SO, cioè alla rigenerazione urbana sostenibile”, ha sottolineato il presidente degli architetti italiani.
“In questo modo sarebbe finalmente più semplice l’introduzione del libretto degli edifici per la manutenzione, la sicurezza, l’abbattimento dei consumi energetici e la potenziale classificazione prestazionale degli immobili, fondamentale per il nostro Paese nel quale due edifici su tre sono in condizioni di degrado, la metà di questi edificata in zona sismica prima della obbligatorietà delle norme antisismiche.”
“Se la sburocratizzazione del sistema amministrativo, finora poco efficiente, rappresenta di per sé un elemento molto rilevante per ridare competitività al Paese e semplificare il rapporto tra cittadino, professionista e Pubblica Amministrazione, è l’adozione del Regolamento edilizio sostenibile a rappresentare la vera svolta per il mondo dell’edilizia e per i cittadini – ha rimarcato Freyrie - che potranno contare su norme chiare e prestazionali, condivise su tutto il territorio nazionale e che favoriranno la qualità dell'abitare.”
LO STUDIO DI LEGAMBIENTE. Secondo Legambiente, il primo obiettivo del regolamento tipo deve essere quello di chiarire i riferimenti per gli interventi in modo da accompagnare l'innovazione. La sfida che bisogna affrontare con il regolamento edilizio tipo sta nel fare chiarezza rispetto ai parametri e fissare le prestazioni minime ai sensi delle Direttive europee che permettano di dare certezza per chi opera nel settore ma garantendo anche i diritti dei cittadini rispetto alle certificazioni energetiche, affinché si possa sapere quanto consuma e costa per l'energia la casa in cui andrò a vivere, per esempio.
Il secondo obiettivo riguarda la semplificazione degli interventi di efficienza energetica. Gli attuali vincoli a livello amministrativo alla realizzazione di impianti o dispositivi tecnologici per la promozione dell’efficienza energetica possono essere concretamente superati prevedendo nel Regolamento edilizio-tipo interventi normativi volti a favorire l’uniformità e lo snellimento delle procedure autorizzative e delle eventuali documentazioni a supporto delle richieste.
Occorre, anche, stabilire l’applicazione di costi amministrativi o d’istruttoria standard, tali da non scoraggiare l’installazione di tecnologie efficienti e promuovere l’utilizzo di portali on-line accessibili da parte di cittadini e imprese per semplificare la gestione delle procedure autorizzative.
Le Regioni e i Comuni devono poter adottare misure che possano garantire ulteriori semplificazioni nelle procedure autorizzative e/o nella riduzione dei costi amministrativi rispetto alle previsioni contenute nel suddetto Regolamento Edilizio. L’obiettivo potrà essere raggiunto attraverso la condivisione e la collaborazione tra i diversi attori interessati, a partire dal ministero dei Beni Culturali, Regioni e Anci.
PORTALE ON-LINE UTILIZZABILE E REPLICABILE DA PARTE DEI COMUNI. Un esempio è l'innovazione necessaria alla gestione delle pratiche amministrative, attraverso la creazione di un portale on-line utilizzabile e replicabile da parte dei Comuni, che consenta ai cittadini di individuare gli interventi di installazione di impianti da fonti rinnovabili o per l’efficienza energetica che richiedono la presentazione, presso gli uffici comunali del Settore Sportello Unico per l’Edilizia, di pratiche autorizzative da sbrigare direttamente sul medesimo portale, che deve prevedere anche la possibilità di far pagare direttamente i costi, ovvero i diritti di segreteria associati alle pratiche richieste. Il portale dovrà integrare anche i sistemi informativo territoriale (SIT) per consentire la consultazione di cartografie, zonizzazioni e carte tematiche.
Nello specifico, l’approvazione del Regolamento edilizio-tipo deve portare ad affrontare due questioni fondamentali per poter dare certezze agli interventi di riqualificazione energetica e alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio. Deve coinvolgere il Ministero dei Beni Culturali nella semplificazione degli interventi di efficienza energetica e di installazione di fonti rinnovabili.
La Legge 164/2014 prevede l’individuazione di tipologie di interventi minori privi di rilevanza paesaggistica per cui prevedere l’esonero completo dall’autorizzazione paesaggistica. L’individuazione di suddetti interventi deve essere accompagnata da Linee Guida per chiarire le tipologie di intervento e puntare, nei casi previsti, alla responsabilizzazione del proponente in modo da rendere possibili anche su edifici vincolati interventi finalizzati alla riduzione dei consumi energetici per uso domestico residenziale, quali condizionatori e impianti di climatizzazione dotati di unità esterna e caldaie, e pannelli solari, termici e fotovoltaici.
Occorre, inoltre, introdurre semplificazioni e vantaggi per gli interventi di retrofit energetico degli edifici condominiali. In questa direzione Legambiente ha avanzato proposte di revisione normativa mirate a favorire gli interventi di retrofit energetico e di consolidamento antisismico consentendo benefici fiscali ma anche la realizzazione di maggiori volumi e modifiche delle facciate e dei tetti finalizzati alla riduzione dei consumi energetici o del rumore proveniente dall'esterno. L'obiettivo deve essere, infatti, quello di adeguare il patrimonio edilizio non solo a fini energetici e ambientali nell'interesse delle famiglie ma di recuperare il patrimonio edilizio più degradato.