Si è svolta ieri a Roma la presentazione della Relazione Annuale sullo “Stato dei Servizi e sull’Attività svolta” dell’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e i Sistemi Idrici - AEEGSI. Il Presidente Guido Bortoni ha illustrato i contenuti del documento che segna lo stato dell’arte e le prospettive per i settori energetici in Italia.
La Relazione evidenzia che nel settore delle infrastrutture idriche la regolazione dell'Autorità ha varcato un traguardo storico. Tra il 2016 e il 2019 sono previsti investimenti pubblici e privati pari a 10 miliardi di euro. Il punto di svolta sarà conseguito nel 2018, quando dalla sola componente tariffaria giungeranno 2 miliardi di euro.
Rimane tuttavia il nodo delle gestioni frammentate: soprattutto nel Mezzogiorno e nelle Isole è ancora eccessivo il numero delle gestioni in economia.
TELERISCALDAMENTO. Il presidente Bortoni nel suo intervento ha espresso anche l’orientamento di AEEGSI nel settore del teleriscaldamento e teleraffrescamento. Secondo AEEGSI “gli effetti positivi della regolazione potrebbero essere più incisivi se il perimetro di intervento dell’Autorità includesse poteri di regolazione tariffaria affini a quelli esercitati negli altri settori regolati: si aggiungerebbe così la possibilità di promuovere investimenti nel settore.”
“Come è possibile regolare un settore quale quello del teleriscaldamento che non dispone di una legge quadro di riferimento, dell’indirizzo del Ministero dello Sviluppo Economico e di una chiara definizione della natura del servizio? Sarebbe come chiedere a un vigile urbano di operare senza disporre del codice della strada”, commenta Walter Righini Presidente Fiper.
Secondo la Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili “una eventuale regolazione dovrebbe assolutamente evitare di introdurre, pur nel rispetto di un corretto rapporto tra fornitori del calore e clienti finali, standard e prescrizioni tali da incidere in modo significativo sui costi di erogazione del servizio, distorcendo in questo modo il mercato a favore di operatori non regolati come stufe a pellet, pompe di calore, caldaie a gasolio, etc.”.
“Il servizio di teleriscaldamento - conclude Righini - con particolare riferimento alle micro/piccole reti a biomassa e contrariamente al servizio elettrico e del gas, non ha in generale le caratteristiche di un servizio pubblico e deve continuamente competere sul piano economico con altre alternative effettivamente a disposizione del cliente. L’unico modo per attirare gli investimenti è definire regole chiare e certe sulla natura del servizio, emanare il DM relativo al fondo nazionale di efficienza energetica e favorire il riconoscimento dei TEE sull’estensione di reti e la realizzazione di nuove”.