Il delicato intervento- ribattezzato NT Future- ha previsto la riconversione dell’esistente auditorium in un centro di educazione, la trasformazione del vecchio cortile di servizio in una caffetteria che si sviluppa sulla riva del fiume, il restyling dell’ingresso e del foyer e la realizzazione di un nuovo spazio adibito a centro di produzione. L’obiettivo del progetto era quello di rispettare la struttura e soprattutto il concept architettonico originale creando una serie di spazi aggiuntivi che potessero integrare e migliorare quelli esistenti.
"Il Teatro Nazionale di Denys Lasdun è uno degli edifici più grandi del 20 ° secolo- ha dichiarato lo studio architettonico - Abbiamo deciso di rimanere fedeli alla visione di Ladsun cercando di adattarla ad un pubblico e un contesto che nel tempo si sono evoluti.”
Alla muratura in cemento stampato effetto legno che caratterizza l’edificio principale è stata contrapposta una struttura con facciate in acciaio accartocciato ed alette verticali in alluminio. Con l’obiettivo di integrare, e non di replicare- come spiegano gli architetti- la possenza originale, in armonia con le forme ortogonale austere ideate da Ladsun.
La struttura, dotata di una grande parete vetrata, ospita anche uno studio di progettazione e uffici di produzione, così come alcuni reparti che vi sono stati trasferiti per fare spazio nel resto del complesso.
Il Teatro Cottesloe - la più piccola delle tre sale del Teatro Nazionale - è stato rinominato Teatro Dorfman in nome dell’imprenditore che ha sostenuto economicamente parte della ristrutturazione- è stato ampliato e riammodernato. Intorno al teatro lo spazio delle ex officine è stato trasformato in un centro di educazione e formazione, chiamato Clore, destinato ai professionisti dello spettacolo.