La Commissione europea, con l’obiettivo di “rivitalizzare il settore dei servizi”, ridurre la burocrazia e semplificare le procedure e le formalità amministrative, ha presentato nel gennaio 2017 una proposta di Direttiva COM (2016) 823 e una di Regolamento COM (2016) 824, per creare una e-card europea dei servizi, ovvero una procedura elettronica semplificata per rendere più facile per i prestatori di servizi alle imprese e di servizi di costruzione espletare le formalità amministrative necessarie per fornire servizi all’estero.
Si tratta di una proposta che, però, ha il limite di andarsi a sovrapporre alla tessera professionale europea, lo strumento previsto già nel 2013 dalla Direttiva 55 per favorire la prestazione di servizi transfrontaliere da parte dei professionisti.
Per questo la Rete Professioni Tecniche ha inviato le sue considerazioni a Martin Frohn capo dell'unità “Qualifiche professionali e competenze” della Commissione europea, al ministro della giustizia Andrea Orlando, e al dipartimento delle Politiche comunitarie esprimendo la propria preoccupazione per gli effetti che deriverebbero dall’applicazione di due strumenti del tutto sovrapponibili e suggerendo l’estensione della tessera professionale europea, ad oggi in uso solo per 5 professioni, a tutte quelle indicate dalla Direttiva 55/2013.
La tessera professionale europea, come indicato nella lettera infatti “rappresenta un elemento chiave per la modernizzazione della direttiva sulle qualifiche professionali, il cui obiettivo è quello di rafforzare il mercato interno e la libera circolazione dei professionisti mediante un riconoscimento più efficace e trasparente delle qualifiche professionali, l’ottenimento di una maggior efficienza economica ed operativa al fine di avvantaggiare i professionisti e diminuire gli oneri amministrativi legati al riconoscimento delle qualifiche professionali. Occorre ricordare che, quando si forniscono servizi in un altro Stato membro, per un professionista è essenziale che il riconoscimento delle sue qualifiche professionali avvenga rapidamente. Ciò consente di accedere in modo rapido e trasparente al mercato del lavoro e ai servizi nel paese di destinazione”.
Diversamente, la carta elettronica proposta dalla nuova direttiva attualmente in discussione al parlamento europeo, non offre alcuna garanzia in termini di riconoscimento delle qualifiche professionali, pertanto la sua applicazione all’ambito delle professioni regolamentate rischierebbe di ledere quei principi di tutela e garanzia dei consumatori che giustificano l’esistenza di aree di attività riservate dalla legge ai professionisti.
“Alla luce di tutto questo e in considerazione del processo legislativo attualmente in corso presso le Istituzioni europee” - conclude la Rete Professioni Tecniche - “siamo certi che sia condivisibile la proposta di non includere i professionisti regolamentati nelle future normative europee relative all’e-card, dato che è possibile raggiungere gli stessi obiettivi di facilitare la fornitura di servizi professionali in Europa attraverso la tessera professionale europea (European professional card, EPC)”.