“L’attuale sistema catastale, in assenza di revisioni e di una modalità di classamento coerente con le effettive caratteristiche dell’immobile, è fonte di forti disparità sia ‘verticali’ (considerando cioè immobili di diverso pregio) sia ‘orizzontali’ (considerando cioè immobili simili).” È questa la tesi conclusiva dell’analisi sullo stato dell’arte del catasto condotta da tre professori ed economisti (Massimo Baldini, Silvia Giannini e Simone Pellegrino) sulle pagine di Lavoce.info. Secondo gli autori, “non è detto che l’esito della revisione dei valori catastali sia un aumento del gettito derivante dagli immobili: questa è una scelta politica”.
E l’attuale maggioranza politica, come abbiamo appreso ieri, è già d’accordo sul fatto che la riforma del catasto non debba comportare un aumento della pressione fiscale complessiva sul mattone. Non condivide ancora la formula matematica, i calcoli, per arrivare all’obiettivo.
D’altronde, come ben ricordano i tre esperti, il timore più diffuso in Italia, da decenni, è un aggravio delle imposte sulla casa, per cui si ritiene, a torto o a ragione, che “chi tocca la casa è politicamente sconfitto”. Di certo però, si legge nell’analisi, è che anche “a parità di gettito, è praticamente certo che si verificherà sia una redistribuzione tra comuni, da valutare attentamente in una logica di federalismo fiscale, sia una redistribuzione tra contribuenti”.
E questo affermano “non deve essere un freno per la riforma”. “Se la revisione dei valori catastali dovesse comportare aggravi per qualcuno, evidentemente è perché egli è stato avvantaggiato in passato rispetto ad altri”.
E adducono un esempio su tutti che chiarisce il motivo per cui abbiamo bisogno della revisione: “l’attuale catasto tende ad avvantaggiare soprattutto le abitazioni nelle zone centrali delle grandi città (perché accatastate prima) rispetto a quelle in periferia (accatastate più di recente), inducendo dunque una sorta di redistribuzione alla rovescia, da chi ha meno disponibilità di reddito (che vive prevalentemente in periferia) a chi ne ha di più e vive in centro”. La revisione catastale insomma come opportunità di equità attesa da fin troppo tempo.
Franco Metta