Allineare le norme sulla prestazione energetica degli edifici al Green Deal europeo e decarbonizzare il parco immobiliare dell'UE entro il 2050. Lo prevede la proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, presentata il 15 dicembre scorso dalla Commissione europea.
La proposta – disponibile qui in allegato - mira a facilitare la ristrutturazione di abitazioni, scuole, ospedali, uffici e altri edifici in tutta Europa per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e le bollette energetiche, migliorando la qualità della vita di milioni di europei. La revisione traduce in misure legislative concrete la strategia della Commissione "Ondata di ristrutturazioni".
La Commissione propone che a partire dal 2030 tutti gli edifici di nuova costruzione debbano essere a zero emissioni e, poiché il settore pubblico si presta ad un'azione più rapida, tutti gli edifici pubblici nuovi dovranno esserlo già dal 2027: ciò significa che dovranno consumare poca energia, essere alimentati per quanto possibile da rinnovabili, non rilasciare emissioni di carbonio in loco da combustibili fossili e avere un attestato di prestazione energetica che ne indica il potenziale di riscaldamento globale basato sulle emissioni del loro intero ciclo di vita.
Ricordiamo che dalla proposta è stato eliminato il divieto di vendita o affitto degli immobili meno efficienti, presente nella bozza iniziale del documento (LEGGI TUTTO).
Per quanto riguarda le ristrutturazioni, sono proposte nuove norme minime di prestazione energetica a livello dell'UE, in base alle quali si dovrà riqualificare il 15 % del parco immobiliare meno efficiente di ciascuno Stato membro, cioè quello con attestato di prestazione energetica di classe G, per farlo rientrare almeno nella classe F, in due tappe: entro il 2027 per gli edifici non residenziali ed entro il 2030 per quelli residenziali. Questa scelta di concentrarsi inizialmente sugli edifici con le prestazioni più basse risponde al duplice obiettivo di massimizzare il potenziale di decarbonizzazione e alleviare la povertà energetica.
Gli attestati di prestazione energetica contengono informazioni di pubblico dominio sul consumo di energia e sono importanti guide per le decisioni di investimento, acquisto e locazione: con la proposta, diventeranno più chiari e conterranno informazioni migliori. L'obbligo di disporre di un attestato di prestazione energetica è esteso agli edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti, agli edifici di cui si rinnova il contratto di affitto e a tutti gli edifici pubblici. Gli immobili o le unità immobiliari messi in vendita o in affitto dovranno anch'essi esserne provvisti e la classe di prestazione energetica dovrà figurare in tutti gli annunci. Entro il 2025 tutti i certificati dovranno basarsi su una scala armonizzata da A a G.
I piani nazionali di ristrutturazione degli edifici saranno pienamente integrati nei piani nazionali per l'energia e il clima, in modo da poter seguire e confrontare i progressi compiuti e stabilire un collegamento diretto con la mobilitazione dei finanziamenti e l'avvio delle riforme e degli investimenti necessari. I piani dovranno includere le tabelle di marcia per l'eliminazione graduale dei combustibili fossili nel riscaldamento e raffrescamento entro il 2040, così come le tappe per la trasformazione del parco immobiliare nazionale in edifici a emissioni zero entro il 2050.
Un accesso più facile alle informazioni e una riduzione dei costi per i consumatori aiutano a promuovere la ristrutturazione. La proposta introduce il "passaporto di ristrutturazione", uno strumento concepito per aiutare i proprietari a pianificare e realizzare interventi graduali fino ad azzerare le emissioni dell'edificio. La proposta definisce cosa s'intende per "norme in materia di portafoglio ipotecario", vale a dire un meccanismo che incentiva i prestatori a migliorare la prestazione energetica del loro portafoglio immobiliare e incoraggia i potenziali clienti a rendere le loro proprietà più efficienti sotto il profilo energetico. La Commissione invita inoltre gli Stati membri a considerare la ristrutturazione nelle norme in materia di finanziamento pubblico e privato e a introdurre strumenti adeguati, in particolare per le famiglie a basso reddito. A partire dal 2027 non potranno più essere dati incentivi finanziari per l'installazione di caldaie alimentate a combustibili fossili e gli Stati membri avranno la facoltà di vietare l'uso di questi combustibili negli edifici.
Le nuove regole incoraggiano a usare le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) e le tecnologie intelligenti per garantire che gli edifici funzionino in modo efficiente e chiedono di creare banche dati digitali per gli edifici. Per quanto riguarda la mobilità, la proposta sostiene la realizzazione di infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici negli edifici residenziali e commerciali e prevede l'aumento degli spazi dedicati al parcheggio delle biciclette.
La Commissione Ue ha anche pubblicato un documento di lavoro in cui delinea i possibili percorsi di transizione verso un ecosistema dell'edilizia più resiliente, più verde e più digitale, e invita gli Stati membri, i portatori di interessi e tutti gli altri soggetti interessati a partecipare attivamente alla creazione collettiva di una visione del futuro di questo ecosistema.